Scrivi quando arrivi, un giovane racconta il dialogo in famiglia: «Le foto degli incidenti come deterrente»
Tommaso e i consigli dei genitori per convincerlo della pericolosità di certi atteggiamenti, come mettersi alla guida dopo aver bevuto: «Un passaggio sbagliato poteva costarmi la vita»

TREVISO. Tommaso Durante ha 23 anni, figlio di Rosalba Lagonigro, dopo quasi quattro anni di patente comincia ad avere più esperienza alla guida e a utilizzare la macchina anche per spostamenti su lungo raggio, solitamente alternandosi tra amici.
Ma indipendentemente dalla durata del viaggio, in testa gli frullano sempre i consigli dei suoi genitori, specie di mamma Rosalba, il primo tra tutti quello di essere concentrati e calcolare tutte le possibili evenienze per tenersi pronti a frenare.
Cosa ti dicono i tuoi genitori prima che tu prenda la macchina?
«Quando vado fuori e torno tardi mi dice di non bere e se salgo in macchina con qualcuno mi chiede chi guiderà. Mia madre mi fa delle raccomandazioni se la strada è bagnata o c’è particolare traffico, ma loro puntano più sulla prevenzione: mi mandano messaggi, immagini e video relativi agli incidenti che hanno fatto altri ragazzi per farmi capire che è un attimo, in una serata, rovinare tutto».
Come reputi il loro approccio?
«I miei non mi hanno mai trasmesso ansia, mi mettono in guardia ogni volta che esco e quando sono in macchina ripenso a quello che mi hanno detto. Il fatto che me lo dicano spesso aiuta a ricordare meglio i loro consigli».
Quale è il consiglio che ti hanno dato che ritieni più valido?
«Ci sono due consigli che ritengo utili. Il primo è quello di calcolare tutte le possibili evenienze e tenersi pronti a frenare. Il secondo è che se capita di aver bevuto o che il guidatore abbia bevuto o non sia particolarmente affidabile di chiamarli anche se è tardi, oppure chiamare un taxi, piuttosto che rischiare la vita.
Hai mai chiamato a casa i tuoi sentendoti poco sicuro con i tuoi amici?
L’ho fatto una volta, mi aveva dato un passaggio una persona che non conoscevo bene, avevo visto che continuava a bere e allora ho preferito chiamare i miei. Mio papà è arrivato e ha portato a casa me e i miei amici, ci siamo sentiti più sicuri».
Cosa temi di più quando sei alla guida?
«Non ho paure particolari, in generale sono tranquillo. Ma pensare che gli incidenti possono succedere per un insieme di fattori che non dipendono solo da me, ma anche dagli altri guidatori, questo mi fa pensare molto».
Hai mai fatto un incidente?
«Avevo appena preso la patente, ho fatto un tamponamento senza danni particolari, per fortuna. Ho chiamato i miei genitori, che mi hanno sgridato. Mi ero distratto un attimo e ho perso quei metri preziosi per la frenata, per fortuna ho solo toccato la macchina davanti. Un’esperienza non traumatica che per fortuna è servita. Ho imparato sopratutto la prudenza e la concentrazione, e che bisogna stare sempre attenti sempre».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso