Scoperta a Biadene statua di Artemide di epoca romana

MONTEBELLUNA. Un eccezionale ritrovamento, a lungo tenuto segreto, sarà presentato al pubblico sabato sera, alle 20, dalla Soprintendente ai beni archeologici di Padova: una statua in marmo di Artemide rinvenuta sul Montello a Biadene. Il ritrovamento risale a circa sei anni fa, ma la Sovrintendenza aveva tenuto tutto sotto silenzio per procedere al restauro.
Adesso la statua è tornata a Montebelluna perché l’ente di tutela ha stabilito che, dato il luogo di ritrovamento, era giusto che venisse collocata nelle sale del museo cittadino. Il trasporto è già stato effettuato nei giorni scorsi e la statua in marmo di Artemide è all'interno del Bellona, velata. Il drappo che la copre sarà tolto sabato alle 20, quando ci sarà la presentazione ufficiale. La Sovrintendenza finora non ha neppure trasmesso al museo la scheda tecnica, quindi tutti i segreti di quell'opera saranno noti sabato. È stata scelta la Notte Internazionale dei Musei per presentare la statua di epoca romana raffigurante Artemide/Diana rinvenuta in località Biadene in un terreno sul Montello. Tra le tipologie di reperti esposti al museo civico, per la prima volta fa quindi comparsa una statua. Rinvenuta casualmente in un terreno di Biadene sul Montello insieme ad altro materiale edilizio di età romana, la statua in marmo greco è di difficile datazione, visto lo stato della superficie. Lo scarso uso del trapano e il virtuosismo nella resa del drappeggio, nel solco della tradizione ellenistica, possono indicare una datazione nella prima età imperiale (fine I a.C.-I sec. d.C.). La statua mostra la dea in una posa anomala: il braccio sinistro, ora perduto, era sollevato e reggeva una lancia o un giavellotto, mentre la mano destra esibiva forse la pelle di un animale ucciso. Figlia di Latona e gemella di Apollo, Artemide era forse tra le divinità femminili del mondo greco la più popolare, e certamente una della figure più complesse e contraddittorie del pantheon ellenico: cacciatrice e al contempo signora degli animali, vergine ma protettrice dei parti, dea della natura selvaggia e rigogliosa, ma legata al mondo sotterraneo, e per questo talora associata a divinità connesse al mondo dei morti.
Secondo la tradizione omerica Artemide viene raffigurata usualmente mentre afferra con la mano una freccia dalla faretra che porta sulla schiena, o in passo di corsa mentre insegue con l’arco teso un animale, quindi secondo un’iconografia diversa dall’esemplare montebellunese che sarà svelato sabato sera.
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