Sciopero Poste Un mese senza gli straordinari

Un intero mese di sciopero degli straordinari, dal 10 giugno al 9 luglio, è stato proclamato per i dipendenti delle Poste (10.500 in Veneto) a fronte – secondo i sindacati – «del non rispetto del...

Un intero mese di sciopero degli straordinari, dal 10 giugno al 9 luglio, è stato proclamato per i dipendenti delle Poste (10.500 in Veneto) a fronte – secondo i sindacati – «del non rispetto del programma di investimenti, della forte carenza di organico, dell'adozione da parte dell'azienda di politiche tutte incentrate sul solo segmento della commercializzazione, mentre la privatizzazione (ora al 35,3%) sarà estesa al cento per cento», con un'operazione che le organizzazioni sindacali definiscono «sciagurata e dagli esiti imprevedibili» Le segreterie regionali Slp Cisl, Slc Cgil, Uil Poste sostengono che «è tangibile, dopo otto mesi, il cambio di passo e di stile di gestione dell'azienda. I lavoratori lo vivono nell'attività quotidiana, spinti ad una spasmodica attenzione a ricavi e commercializzazione di prodotto e minore attenzione, invece, alla qualità della parte sociale del servizio. Anche le condizioni di lavoro sono peggiorate, con vessazioni, pressioni, mortificazioni e riduzione inarrestabile degli organici. Accadeva già prima, ma oggi la privatizzazione ha messo la marcia in più. E sono lontani i tempi in cui, nel lontano 1994, Poste italiane ha smesso di essere un'Azienda dello Stato, un carrozzone burocratico in rosso cronico, per diventare l'azienda dinamica, che guadagna utili allo Stato, quotata a ottobre in borsa. Nel Veneto tale condizione brilla di particolari “eccellenze” e ci costringe ad avviare la mobilitazione per contrastare una condizione di scadimento della qualità del servizio pubblico».

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