Scarichi fognari nel fiume Avenale «Allarme inquinamento se piove»

Castelfranco, l’associazione Bella Venezia: «Non ci sono irregolarità, ma il problema va affrontato»
DeMarchi Castelfranco nuovo ponte quartiere Avenale DeMarchi Castelfranco nuovo ponte quartiere Avenale
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CASTELFRANCO. Reflui fognari che arrivano direttamente nell’Avenale: l’associazione frazionale Bella Venezia chiede che quanto prima il comune si attivi per una soluzione che blocchi questi sversamenti: anche in vista di possibili acquazzoni che vedranno ancora una volta veder galleggiare detersivi e quant’altro nel corso d’acqua. «Il problema risale a diverso tempo fa – spiega il consigliere dell’associazione Fabio Cogo – una volta la valvola di sfogo del troppo pieno in caso di piogge intense era più a monte e prendeva altre direzioni. Ora invece scarica direttamente nell’Avenale. Attenzione, perché non stiamo parlando di scarichi abusivi, ma di un sistema che è stato autorizzato dagli enti preposti per il controllo dello scarico delle acque meteoriche». Il problema, spiega sempre l’associazione, interessa nel punto incriminato i comuni di Riese Pio X e Castello di Godego, da dove arrivano le acque che potevano mandare in tilt la valvola. Per evitare questo, è stato studiata una nuova modalità che ha spostato più a valle lo scarico, a pochi metri da via Ponte di Legno: «ma siamo in un’area tutelata da direttive comunitarie europee visto che rientra in una zona di protezione speciale: permettere che arrivino acque reflue contrasta con la vocazione di questo territorio». L’associazione non prende posizione circa questa decisione, ma ne sottolinea gli effetti negativi: se i tensioattivi dei detersivi affiorano a seguito di fenomeni meteorici eccezionali, le tracce di versamenti da quello che doveva finire nelle fogne rimangono ancorati ai rami che si affacciano sul corso d’acqua per mesi. La situazione era stata oggetto anche di una interrogazione in consiglio comunale da parte della consigliera Grazia Azzolin che, come l’associazione frazionale, aveva posto l’attenzione sulla tutela della salute dei cittadini e del contrasto all’inquinamento. Ma da dicembre 2019 dal comune non è arrivata alcuna risposta e per questo l’associazione frazionale ha deciso di tornare alla carica.

«Ribadiamo che il problema non nasce a Castelfranco, ma noi ne subiamo gli effetti – conclude Fabio Cogo – quindi ci rivolgiamo all’amministrazione della città per trovare una soluzione ad un problema che si configura come un grosso pasticcio con un’opera sicuramente autorizzata da qualcuno che scarica in un corso d’acqua qualcosa che non dovrebbe arrivare». —

Davide Nordio

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