Scandalo vaccini a Treviso, i periti: «Il 90 per cento dei bambini vaccinati da Petrillo non è immune»

TREVISO. «I campioni prelevati da soggetti sottoposti a trattamento dalla Petrillo mostravano percentuali di mancata sieroconversione nettamente superiori a quanto previsto in letteratura... non essendoci fattori individuali che da soli possano giustificare tale discrepanza percentuale, tale dato è fortemente suggestivo di una mancata somministrazione del vaccino da parte della Petrillo».
Con queste parole i periti del tribunale di Udine sembrano confermare le accuse nei confronti di Emanuela Petrillo, l’assistente sociosanitaria sospettata di aver finto le vaccinazioni, prima nel distretto sanitario di Codroipo, in provincia di Udine, e poi all’Usl 2 di Treviso.
I periti del tribunale di Udine (il medico legale Carlo Moreschi, docente dell’università di Udine, e Giancarlo Icardi, direttore dell’Unità di igiene dell’ospedale San Martino di Genova) hanno analizzato un totale di 284 campioni, dei quali solo il 15,5 per cento dei soggetti vaccinati dalla Petrillo a Codroipo è risultato essere positivo agli anticorpi per il morbillo (20 positivi su 129), mentre nei campioni di siero dei bambini vaccinati a Treviso dalla indagata solo il 10 per cento è risultato essere positivo. I periti sottolineano che «in letteratura è riconosciuto che non tutti i soggetti sottoposti a vaccinazione presentino una reale immunizzazione. Tale evento è da attribuirsi il più delle volte a fattori individuali ed è comunque di rara evenienza (tasso di mancata conversione in caso di vaccino pari al 5 per cento dopo la prima dose)».
Si tratta dunque di un punto certamente a favore della Procura. «Le conclusioni peritali sono di tale portata probante e scientifica da non consentire di ipotizzare soluzioni alternative, come espresso proprio dai periti», ha commentato al termine dell’udienza l’avvocato Fabio Crea che rappresenta l’azienda sanitaria trevigiana. Il quesito affidato ai consulenti si sostanziava in una valutazione statistica sulla risposta alla somministrazione dell’antigene del morbillo.
Le analisi sono state effettuate nei mesi scorsi nei laboratori di Genova e gli esperti sono stati ascoltati ieri in contradditorio di fronte al gip Mariarosa Persico in contraddittorio tra le parti alla presenza anche dei legali e dei consulenti della difesa e delle aziende sanitarie 2 di Treviso e 3 dell'Alto-Medio e Friuli Collinare. La difesa dell’assistente sanitaria, in aula l’avvocato Chiara Pianon, co-difensore insieme al collega Paolo Salandin, ha evidenziato alcune discrepanze, sottolineando in particolare che non sarebbero stati effettuati accertamenti sulla storia clinica dei bambini che avrebbero potuto incidere sull'attecchimento del vaccino: «Ci difenderemo a processo», ha spiegato. Il giudice ha quindi restituito gli atti alla Procura che indaga sulla vicenda con il pm Claudia Danelon.
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