Aperto il cantiere del piano edilizio Repubblica 2, Calesso: «Quale futuro per il laghetto di riproduzione degli anfibi?»

Il rappresentante di Coalizione Civica: «Mi chiedo se siano state previste misure di salvaguardia di un sito che mi pare avere una certa importanza per le specie anfibie della zona»

L'area del laghetto tra via Ellero e viale della Repubblica
L'area del laghetto tra via Ellero e viale della Repubblica

Nel grande prato tra via Ellero e viale della Repubblica si trova un laghetto che è utilizzato dagli anfibi come luogo di riproduzione. Proprio in quell’area è stato aperto, in questi giorni, il cantiere per la realizzazione degli edifici previsti dal piano edilizio “Repubblica 2”.

Respinta l’osservazione al piano di lottizzazione

Ad accendere un faro sulla questione è Gigi Calesso, di Coalizione Civica per Treviso: «Abbiamo inserito anche la difesa del laghetto e degli alberi che lo circondano tra le motivazioni dell’osservazione al piano di lottizzazione che abbiamo presentato, insieme alle questioni del già elevatissimo consumo di suolo nel territorio comunale di Treviso e della massiccia presenza in città di strutture commerciali di medie dimensioni, problematiche che caratterizzano anche altri interventi edilizi previsti nei prossimi mesi nel territorio della nostra città. Il piano di lottizzazione, infatti, prevede la realizzazione di una nuova struttura commerciale e del relativo parcheggio che arriverebbe proprio nel punto in cui si trova il laghetto, tra l’altro circondato da diversi alberi». Negativo l’esito dell’iniziativa: «L’osservazione, purtroppo, è stata respinta dall’amministrazione comunale che ha confermato il progetto» afferma Calesso.

Il destino del laghetto

«Mi chiedo, quindi, se la realizzazione delle opere previste dal piano di lottizzazione significherà la fine del laghetto e, ovviamente, degli alberi che lo coronano o se, al contrario, sono state previste misure di salvaguardia di un sito che mi pare avere una certa importanza per le specie anfibie della zona» prosegue Calesso.

E conclude: «Questi animali, evidentemente, ritengono più adatte alla riproduzione le acque ferme della pozza rispetto a quelle correnti del corso che si trova a pochi metri di distanza. La distruzione del laghetto, infatti, sarebbe un altro duro colpo per le zone umide del territorio cittadino, farebbe scomparire un altro piccolo ecosistema, un luogo che sembra sia diventato habitat, oltre che degli anfibi, anche di tartarughe».

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