Scandalo vaccini a Treviso, Benazzi: La conferma a tutti i nostri sospetti

Il direttore generale dell’Usl 2: «Ora attendiamo il lavoro della magistratura» L’avvocato Salandin: «Vogliamo capire quali test sono stati condotti»
DeMarchi Castelfranco ospedale presentazione sala da cinema
DeMarchi Castelfranco ospedale presentazione sala da cinema

TREVISO. «I risultati delle verifiche di Udine se da un lato mi preoccupano molto per quanto riguarda i bambini interessati e le loro famiglie, dall’altro mi confortano perché dimostrano che abbiamo fatto bene a prendere una posizione forte e decisa». A parlare è Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2 della Marca trevigiana, che con i suoi collaboratori ha portato alla luce il caso Petrillo, tanto da spingere il tribunale a far riaprire il caso alla Procura.

Lo scandalo vaccini dilaga in Friuli L'azienda sanitaria denuncia la Petrillo
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«Ora attendiamo che la Procura faccia il suo lavoro», continua infatti Benazzi, «ma i risultati delle verifiche fatte a Udine sulle vaccinazioni sembrano dimostrare chiaramente che qualcosa non è andato per il verso giusto. Ringrazio quindi, nuovamente, le due assistenti sanitarie della Madonnina che mi hanno sottoposto i loro timori, in merito all’operato di Emanuela Petrillo. Stiamo comunque a vedere, l’ultima parola, lo ripeto, spetta alla magistratura trevigiana. Ma torno anche a ringraziare le famiglie dei bambini che abbiamo dovuto richiamare, vaccinati alla Madonnina nel periodo in cui operava la Petrillo. Le ringrazio per la loro pazienza e collaborazione, perché anche a noi, prima di tutto, interessa la salute dei loro figli».

Dall’estero è intervenuto anche l’avvocato Paolo Salandin, che rappresenta la Petrillo. È stato raggiunto dalle notizie che arrivavano da Udine e che l’hanno preso un po’ in contropiede. «Devo confrontarmi con la mia assistita», afferma il legale, «voglio anche capire che genere di test hanno fatto all’azienda sanitaria. Certo, richiamare settemila bambini è una cosa d’impatto. Ma molte cose sono ancora da chiarire». Non è infatti escluso che la linea difensiva dell’assistente sanitaria possa infatti cambiare alla luce del richiamo di settemila bambini.

Sulla vicenda è intervenuto ieri anche l’avvocato Fabio Crea, che rappresenta l’azienda sanitaria trevigiana: «Se a Udine hanno deciso di effettuare settemila vaccinazioni dopo un test su 120 bambini, significa che c’è un comportamento univoco tra le due aziende e confermano i nostri sospetti», ha commentato il legale. L’avvocato spazza via anche i dubbi che riguardano un possibile annacquamento delle prove: «Spero che a Udine agiscano come abbiamo fatto noi a Treviso», aggiunge Crea, «abbiamo infatti cristallizzato il dato anticorpale con i prelievi da mettere poi a disposizione della Procura».

A questo punto appare sempre più chiaro che presto sulla Petrillo potrebbero indagare due Procure. Quella di Udine, al momento, è un’inchiesta per omissione d’atti d’uffico e falsità in certificazioni a carico d’ignoti. Non è comunque escluso che già nelle prossime ore i magistrati friulano vogliano sentire la Petrillo e capire da lei cosa può essere accaduto.

(a.z.)

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