Sangalli, re Giorgio lascia Il potere in mano ai figli

Ricambio generazionale nel gruppo del vetro: il timone a Giacomo e Francesco Il senior, toccato dallo «scandalo Pessina», rimane come presidente onorario
Di Fabio Poloni

SUSEGANA. Giorgio Sangalli lascia la guida dell’impero di famiglia. Un ricambio generazionale nel segno della continuità per la dynasty del vetro: a raccogliere il testimone sono i due figli di Sangalli, Giacomo e Francesco. Il senior ha lasciato quasi tutte le cariche operative, ritagliando per sè il ruolo di presidente onorario. Un passaggio di consegne contemporaneo alla bufera che ha colpito il gruppo: il nome di Giorgio Sangalli è fra quelli di 12 imprenditori trevigiani finiti sotto inchiesta per aver portato soldi all’estero, nella famigerata “lista Pessina”.

L’impero dei Sangalli è costituito da una galassia di aziende: Giorgio ha ceduto il passo praticamente in tutte. Le due Srl, Sangalli Vetro Magnetronico e Sangalli Vetro Satinato, con sede legale a Susegana e sede produttiva a Monte Sant’Angelo (provincia di Foggia), vedono Giacomo Sangalli in luogo del padre in veste di amministratore unico a decorrere dal 31 gennaio 2012. Le due Spa produttive, Sangalli Vetro Manfredonia e Sangalli Vetro Porto Nogaro, vedono ora i due figli in qualità di amministratori delegati: Giacomo, il maggiore, è definito «amministratore delegato area operation”, mentre il minore, Francesco, è definito “amministratore delegato area finance”. Le sedi legali delle due sono diverse: Manfredonia ha sede produttiva a Monte Sant’Angelo e sede legale a Susegana, la Porto Nogaro ha, da poco, sede produttiva e legale a San Giorgio di Nogaro.

All’origine di tutta la storia del gruppo c’è l’attività di commercio di vetro cavo (bottiglie) per l'industria vitivinicola, avviata nel 1896 da Giacomo Sangalli . All’inizio degli anni Venti, Arnaldo Sangalli ha rivolto l’interesse dell’azienda di famiglia verso il vetro piano per l’edilizia, che ha assunto sempre maggior importanza, fino a diventare l’unica attività a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Con l’ingresso di Giorgio Sangalli, classe 1933, coneglianese, alla fine degli anni Cinquanta l’azienda familiare diventa gruppo. Ora il passaggio di consegne:sulla soglia degli ottant’anni, Giorgio Sangalli lascia i ruoli strettamente operativi ai figli.

Rompendo il silenzio sulla vicenda della lista Pessina, costata una denuncia per appropriazione indebita e frode fiscale internazionale, Giorgio Sangalli ha ammesso di aver sbagliato, «di aver fatto una sciocchezza». Ma ci tiene a precisare: i soldi portati all’estero tramite il sistema Pessina sono 2,3 milioni di euro, non i circa cinquanta di cui si era parlato. Una ammissione di colpa pubblica che segue quella giuridica, con la richiesta di patteggiamento della pena già avanzata.

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