San Vendemiano, E' morto Eugenio De Ronchi: «Sulla mia lapide lo scarpino di Del Piero»

SAN VENDEMIANO. Il fondatore del calcio San Vendemiano si spento a 91 anni. Eugenio De Ronchi era stato il primo presidente della società di calcio ed era amico della famiglia Del Piero. Per Alessandro Del Piero aveva un affetto particolare: lo aveva ammirato quando era ancora bambino. Nella sua lapide il presidente De Ronchi ha espresso il desiderio che venga riprodotto uno scarpino in bronzo con il nome di Del Piero e che nel feretro venga messa una maglia bianconera. Eugenio De Ronchi inizialmente collaborò con il calcio Conegliano, poi decise che doveva essere fatto qualcosa per il suo paese.

Era il 1966, quando insieme ad un gruppo di amici fondò l'A. C. San Vendemiano. I primi colori sociali furono il nero e il verde in onore del Venezia, poi cambiarono negli attuali biancorossi, come quelli del Comune di San Vendemiano. De Ronchi era un falegname ed aveva la sua piccola attività a Fossamerlo. Quando ancora non esisteva un campo sportivo comunale in paese, De Ronchi mise a disposizione il suo capannone per gli allenamenti. Le partite si giocavano in terreni presi in prestito da società vicine. Era un calcio d'altri tempi, Eugenio De Ronchi era un uomo d'altri tempi.
«Lui avviò la società ed i vivaio, aveva una passione enorme e ci metteva il cuore. Per i ragazzi del Calcio San Vendemiano negli anni '60 e '70 era stato come un secondo papà - ricorda Ledio Cuzzuol, tra i giovani dell'epoca -. Prese contatti con le più forti squadre a livello nazionale, anche la Juve. Fu grazie a portare alla giovanili della Juventus il primo giocatore di San Vendemiano, Gianni Sperandio».
De Ronchi rimase alla guida della società calcistica per sei anni, vincendo trofei e campionati con le formazioni giovanili, gettando le basi per il futuro. Dopo pochi anni nel vivaio che aveva creato iniziò a tirare i primi calci un certo Alessandro Del Piero. Per De Ronchi, che è sempre stato un tifoso sfegatato per la Juventus, è stato come un sogno che si è avverato vederlo diventare il simbolo bianconero.
«Non si perdeva mai una partita della Juve ancora adesso novantenne» racconta una delle figlie. I destini del capitano della Juve e del primo presidente del calcio San Vendemiano si erano incrociati anche l'anno scorso, quando era stata organizzata una rimpatriata tra le glorie del calcio biancorosso. Per diversi motivi non erano potuti essere presenti, ma i loro interventi erano stati quelli che avevano strappato più applausi. Alex era all'estero per lavoro, Eugenio da anni era infermo. Del Piero ha inviato un videomessaggio realizzato con lo smartphone, De Ronchi ha mandato una lettera di saluti.
«La squadra era come una mia seconda famiglia, i giocatori come miei figli, i collaboratori come fratelli», aveva scritto lo storico presidente. Solo gli affetti familiari per nonno Eugenio venivano prima del calcio. Con la moglie Wilma è stato sposato per 62 anni e lo ricordano con affetto i figli Gianloris, Mara e Rossella, i nipoti e le tre sorelle. Il funerale si svolgerà domani alle ore 15 nella chiesa di San Vendemiano.
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