San Fior: l’ultimo traguardo del campione. Tra le vittime c’è anche Italo De Zan

Il simbolo del ciclismo a San Fior, Italo De Zan, 94 anni, ha tagliato il suo ultimo traguardo. Era stato il primo ciclista professionista del paese e aveva vinto una tappa al Giro d’Italia. Era stato amico di Fausto Coppi e di Gino Bartali e anni aveva avuto compagno di squadra Giovanni Pinarello. Con “Nani” infatti aveva fatto parte della Lygie-Pirelli. L’ultima “corsa” l’ha disputata con il coronavirus, che si è sommato fatalmente agli acciacchi dell’età. Era stato ricoverato inizialmente all’ospedale di Conegliano, poi il 4 marzo era stato trasferito nel reparto di malattie infettive del Ca’ Foncello, dove è morto.
Tutti a San Fior lo ricorderanno come il “Primo ciclista” e per la tenacia che ha avuto sia da corridore che come uomo. «Grande amico di Coppi e Bartali – così il Museo del ciclismo descrive Italo De Zan – dal primo ricevette numerosi consigli, con il secondo periodicamente si trovava a cene qua e là per l’Italia, avendo in comune con il mitico personaggio toscano, oltre che la passione per il ciclismo, anche uno spiccato amore per le raffinatezze della buona tavola». Già da dilettante si era contraddistinto e nel 1945 fu profeta in patria vincendo il Circuito di Sant’Urbano, storica corsa che si disputa a Pianzano. Nel 1946 conquistò la Coppa del Re e la medaglia di bronzo al campionato italiano. Rimase nella leggenda la sua affermazione nella Coppa Caldirola in quell’anno: arrivato alla partenza gli dissero che non c’erano più numeri e non poteva partecipare; lui, giovane ventenne con il sogno di diventare un professionista, scoppiò in lacrime. Commosse Fiorenzo Magni, che intimò alla giuria di assegnare un numero a quel ragazzo. Italo De Zan partì in ritardo, con appiccicato sulla maglia un foglio di carta. Recuperò minuti su tutti e tagliò in solitaria a braccia alzate il traguardò a Milano. Fu la svolta e nell’ottobre 1946 passò professionista con la Olmo. Fu “pro” sino al 1952, ottenendo quattro vittorie, la più importante fu la decima tappa del Giro d’Italia 1948, la Napoli-Fiuggi. Vinse anche la classica Milano-Torino. De Zan era un passista veloce, un generoso, che nell’ultima parte della sua carriera fu gregario al servizio dei suoi compagni. Condivise la passione per la bici e il professionismo con il fratello Domenico. «Due anni fa era stato intervistato dalla Rai quando passò il Giro d’Italia a San Fior, si muoveva sempre – lo ricorda l’ex sindaco Gastone Martorel, presidente della società ciclistica Sanfiorese – Italo è stato non solo un grande ciclista ma anche un grande uomo, ha fatto di tutto per la sua famiglia».
Come per tutte le persone decedute in questo periodo non sarà possibile una cerimonia pubblica. Ma c’è un grande abbraccio ideale del paese ai suoi familiari. «Dopo una vita di sacrifici e successi, legato allo sport che lo ha sempre accompagnato, ha tagliato il suo ultimo traguardo», così l’hanno voluto ricordare i parenti. Italo De Zan lascia tre figli, nipoti e altri familiari. —
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