San Fior, bacino di laminazione contro i danni del fiume Codolo

SAN FIOR
Cresce il bacino di laminazione per contenere l’acqua in caso di forti precipitazioni, evitando l’esondazione del Codolo e allagamenti. Si sta realizzando un grande invaso nel terreno tra San Fior e San Fior di Sotto, vicino a dove corre la linea ferroviaria. Una volta completata, la cassa di espansione su un’area di quattro ettari potrà contenere fino a 83mila metri cubi d’acqua. «Mentre avanzano gli scavi della cassa e la costruzione degli argini, sono iniziati i lavori di armatura delle murature che costituiscono l’opera di regolazione dell’acqua», è l’aggiornamento fornito in questi giorni del Consorzio di bonifica Piave.
Si tratta della prima parte delle opere che interesseranno San Fior e Codognè, nell’ambito degli interventi dell’emergenza Vaia. Quello di via Santo Stefano sarà il principale bacino di contenimento, un più piccolo verrà collocato in via Serravalle a San Fior, nella parte a monte rispetto alla statale Pontebbana. «L’obiettivo principale del progetto è quello di migliorare le condizioni di deflusso del torrente Codolo in occasione di eventi di piena – ricordano dal Consorzio Piave - con l’obiettivo da un lato di ridurre i picchi di piena, tramite la formazione di bacini di laminazione, e dall’altro di risolvere alcuni punti in cui vi è una significativa riduzione della sezione di deflusso, con conseguenti fenomeni di rigurgito a monte». A Codognè invece si lavorerà presumibilmente nei mesi estivi, quando sarà rifatto il ponte sul torrente Ghebo, che rappresenta un “tappo” per il corso d’acqua. Le abitazioni attorno a via XXX Ottobre in passato più volte sono finite sott’acqua. Quando si lavorerà per la rimozione del ponte, la strada provinciale dovrà rimanere chiusa al traffico, con deviazioni su vie comunali. Ancora non sono definite con precisione le tempistiche per la realizzazione di questo secondo intervento. Complessivamente le opere hanno visto uno stanziamento di 2 milioni e 800 mila euro. —
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