San Biagio di Callalta, crematorio per animali: boom di richieste

SAN BIAGIO. L’iter è stato lungo, anche per superare i vari intoppi della burocrazia, ma è bastato attivare il telefono dell’ufficio di San Biagio e alla Arcobaleno Cremazioni – società nata nel Padovano – sono arrivate decine di chiamate.
Da agosto ad oggi, da quando il forno crematorio per animali domestici di San Biagio ha iniziato a funzionare, è stato un continuo crescere di richieste di intervento. Cani soprattutto, ma anche gatti ed altri piccoli animali da compagnia che i proprietari trevigiani, ma anche veneziani e qualche bellunese, non volevano venissero “smaltiti” pare brutto, ma questo è il termine), con altre carcasse dopo la loro morte. «Gli animali domestici, quando muoiono, spesso vengono lasciati al veterinario e da questi affidati a chi li porta all’inceneritore», dice Elvio Zecchinato che con il padre Giorgio ha lanciato l’attività, «qualcun altro li seppellisce in giardino. Altri preferiscono tenerli vicino in altro modo».
Come? Un’urna cineraria. Simile a quella che viene usata per le persone. Di qui l’attività dell’Arcobaleno, che arriva a casa, preleva l’animale dopo la sua morte e lo porta a San Biagio dove nell’arco di una settimana effettua la cremazione «singola» e consegna l’urna ai proprietari «che se vogliono possono assistere alla cremazione». Sono tanti quelli che lo fanno, come ad accompagnare il fidato amico nell’ultima passeggiata.
«Certo può apparire un mestiere strano» segue Elvio, «e forse lo è, di certo avviciniamo molte famiglie in un momento di sofferenza che non sempre è facile da affrontare e cerchiamo di farlo con massima disponibilità». Elvio e suo padre arrivano a bordo di un furgone bianco con l’arcobaleno disegnato (il logo è volutamente tratto dalla favola dell’ultimo ponte cara agli amanti degli animali), tuta, guanti, sacchi colorati per il trasporto degli animali («una volta erano neri, ma non era un bel vedere», troppo simili a quelli per la spazzatura), prendono l’animale, lo caricano nel furgone coimbentato e fanno firmare moduli ufficiali per i “trasporti speciali”. Poi via verso il forno crematorio aperto tra Olmi e San Biagio all’interno di un capannone che era in disuso. Lì tappeto rosso e stanza per mantenere l’animale fino alla cremazione.
Quanto costa il servizio? Dai 100 euro in su, a seconda della stazza dell’animale, compresa l’urna cineraria. Così a meno che il proprietario non voglia un’urna particolare e allora si apre il catalogo, e ce n’è per tutti i gusti e per tutti gli animali.
Gli animali domestici sono sempre più un business, di certo la cremazione era un servizio che nella Marca mancava. Fino ad oggi l’unica struttura attiva nelle vicinanze era quella nel Padovano.
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