Roncade. Dallo shop online alla Human Farm. Il presidente di H Farm si racconta: «Guardate avanti»

RONCADE. Le notti da programmatore trascorse dormendo sulla scrivania alla Ghirada, l’anno sabbatico passato piantando alberi e curando il giardino, il sogno di una piccola “silicon valley” delocalizzata in Veneto, gli scenari del futuro, tra realtà aumentata, intelligenza artificiale e viaggi spaziali: Riccardo Donadon si racconta ripercorrendo le fasi salienti della sua storia umana e imprenditoriale.
Mentre incoraggia i “suoi” studenti al primo giorno di università, è impossibile non pensare al celebre discorso che Steve Jobs, storico fondatore della Apple, fece nel 12 giugno 2005 ai laureandi di Standford. La conclusione non è la stessa dell’enigmatico motto “Stay Hungry, Stay Foolish” (Siate affamati, siate folli) ma gli argomenti non mancano.
Fatte le debite proporzioni Riccardo Donadon, patron di H-farm, rivela molti punti di contatto con le vicende, più o meno romanzate, dei grandi simboli della new economy. Il suo discorso inizia ricordando i 20 minuti di “loading” della cassetta sul Commodore 64: «Andava tutto lentissimo, non potete immaginare», racconta ai ragazzi della “Generazione Z”. Fin qui è solo un appassionato di computer, che nell’azienda del padre ha la possibilità di sperimentare e di tuffarsi nel mondo «dell’internet».
Tra il 94 e il 95 si inizia a fare sul serio: «Mi assunsero da Benetton, nel settore sport, e spiegai che volevo sviluppare un centro commerciale virtuale, per vendere e presentare prodotti online. Ho lavorato per tre anni, giorno e notte, dormivo anche sulla scrivania: nel ‘97 le prime vendite online, certificate». Forse non era il prodotto giusto (integratori alimentari), ma il dado è tratto. Nasce il primo centro commerciale virtuale Italiano, lo compra Infostrada, all’epoca Italia Online, e vale un miliardo di vecchie lire.
A 28 anni Donadon fonda, con un team di 8 persone, E-Tree: «In tre anni siamo arrivati a 20 miliardi di fatturato», spiega Donadon, «ho venduto e ho portato a casa un ottimo risultato. Era l’era dei boomers». Presa l’onda giusta, nel 2003, Donadon, si ritira “a vita privata”: «Guidavo il trattorino per tagliare l’erba» racconta, spiegando la genesi del logo di H-farm. Dove H sta “Human”, la necessità di creare processi tecnologici a misura d’uomo, “user friendly”. «Ho saputo che la Disney a Ca’ Tron voleva fare uno dei suoi Disneyland, così ho pensato che poteva essere il posto giusto».
Nasce così, nel 2005, l’incubatore per start-up. Ora è anche un Campus, che comprende tutti gli ambiti formativi, dalle elementari ai master.
18 Settembre 2017, parte il primo corso di Laurea in Management Digitale: è arrivato il momento di aggiornare il dizionario e spiare il futuro. Sono tanti gli scenari che Donadon elenca al suo pubblico di giovanissimi: Elon Musk e la sua promessa di colonizzare Marte, le flying cars («in vendita già dal 2018»), l’hyperloop («per fare Dubai-Abu Dabi in 10 minuti»), le consegne coi droni di Amazon («ipotesi già scalabile in ambito industriale»), e ancora il potere del crowdfunding, l’intelligenza artificiale («ho una Tesla che frena al posto mio»).
«Dovete alzare il vostro clock» conclude Donadon parlando agli studenti «e andare velocissimo, sintonizzatevi con la velocità se avete scelto questo corso. Vi misurerete con una rivoluzione tecnologica epocale. Servono piccole invenzioni che si possano agganciare a queste cose: arriverà il colosso (a comprarle) oppure» conclude «il colosso lo creeremo noi».
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