Rolex in casa del finanziere Ecco il sistema dei Romano

A Breda la sorella Katia prende le distanze da quanto sta emergendo «Sottolineo che la Romano Gioielli non ha nulla da spartire con l’attività di Vito»

breda di piave. Tre Rolex, uno d’oro tempestato di diamanti, da donna: orologi che l’appuntato Nicola Rosa, finanziere dell’aeroporto di Tessera – secondo la Procura – non si sarebbe mai potuto permettere e che i suoi colleghi gli hanno trovato a casa a Favaro. Salta fuori anche questo tra le pagine dell’indagine della Guardia di Finanza – coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Ancilotto e dalla pm Elisabetta Spigarelli – che ha portato alla scoperta di un poderoso traffico di Rolex e in carcere il gioielliere trevigiano Vito Romano, agli arresti domiciliari il figlio Pietro, il braccio destro vicentino Stefano Pizzolato, il gioielliere napoletano Luca Silvestri e lo stesso finanziere che – è l’accusa – chiudeva tutti e due gli occhi e scortava i generosi imprenditori fuori dall’aeroporto, senza controlli, ogni volta che tornavano da Hong Kong con i trolley letteralmente stipati di orologi, sui quali non pagavano l’Iva, se non in minima parte.

gli orologi

350 Rolex a viaggio, ma con richieste sempre in crescita. Tanto che per aumentare il numero degli orologi importati illegalmente – è la ricostruzione dell’accusa – Vito Romano aveva deciso di coinvolgere anche la figlia 21enne Giulia: «Così dividiamo anche il peso, perché delle volte dobbiamo portare...tre trolley, dobbiamo portare anche 400 orologi, cioè.... 400 orologi che pesano due etti l’uno sono 80 chili...vuol dire 27 chili l’uno...il problema è anche sollevarli, metterli in aereo», dice alla figlia, intercettati in auto.

C’è poi da approfittare della situazione di tensione ad Hong Kong: «I prezzi stanno molto calando.... eh...noi cogliamo la palla al balzo! Comunque non si fa nessun problema, si compra! », dice sempre Romano, questa volta al figlio Pietro. Poi all’andata c’è da portare decine di miglia di euro, nascosti nelle scarpe: «un numero o due più grandi». Nella sua ordinanza, il giudice Gilberto Stigliano Messuti riassume il valore dell’affare: nei soli otto viaggi effettuati nel corso del 2019, la Finanza ha contato 2250 Rolex sottratti all’Iva: «Considerato che il valore medio di un orologio è 5 mila euro, l’ammontare dell’imposta evasa è stimata in 2, 475 milioni, pari al 22% di Iva su un valore di oltre 11 milioni di euro». Così tanti da insospettire la stessa Rolex, che aveva segnalato i troppi orologi presenti sul mercato italiano.

i viaggi

Per ogni viaggio, solo una decina denunciati in Dogana e 3 mila euro al finanziere compiacente, che cambiava i turni di servizio: «8-14 è il top. Io finisco, tu hai preso i bagagli e ce ne andiamo via insieme.... Faccio un fermo, si portano uno all’ospedale, sia arresta uno e che faccio? Devo stare inguaiato...invece così non sono in servizio e nessuno mi può chiamare». Un’inchiesta che ha ramificazioni anche a Roma e Napoli, per la rete di prestanome per gli acquisti: «Adesso Filippucci si prende 150 euro», dice Romano, che ha organizzato tra Bulgaria e Austria 5 società, così «sempre 150 euro sono, però ci guadagnamo noi: 200 orologi al mese, 30 mila che restano lì». Oggi interrogatorio per Vito Romano e il figlio Pietro. Domani sarà la volta di Rosa.

la famiglia

La famiglia Romano è indubbiamente scossa. Dall’abitazione del centro di Breda nessuno intende commentare la vicenda. Ed è di fatto altrettanto per la storica attività avviata da Tullio, sempre nel centro di Breda. «Su questa vicenda non ho niente da dire, se non spiegare e ribadire che la mia attività, cioè Romano Gioielli, nulla ha a che spartire con l’attività di Romano Vito» si limita a dire Katia Romano, una delle sorelle dell’arrestato che guida l’attività Romano Gioielli, «non eravamo a conoscenza di nulla di ciò che riguarda l’attività di Romano Vito, per il semplice fatto che la mia società e la sua sono completamente autonome e nulla c’entrano con l’altra». –

Roberta De Rossi

Alessandro Bozzi Valenti



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