Rogo al Majoni, Zanchetta a processo

L’incendio fu causato da una cicca. Il titolare dell’albergo cortinese accusato di non aver curato la formazione del personale
Di Gigi Sosso

MARENO. Una cicca avrebbe scatenato le fiamme. Un toast bruciato aveva fatto zittire l’allarme dell’hotel Majoni di Cortina, pochi giorni prima. Nessun segnale. Due circostanze emerse già nella prima udienza del processo per l’incendio colposo del 28 dicembre 2011 allo jesolano Angelo Comin per aver realizzato impianto di rilevazione e segnalazione manuale, senza un progetto obbligatorio dal 1990; al direttore riminese Roberto Mazzotti per non aver visionato le procedure del ripristino dell’impianto di rilevazione e tacitato il sistema; al tecnico della ditta antincendio, l’altro jesolano Stefano Bars per aver attestato positivamente i controlli dell’impianto, senza il progetto e la verifica sull’efficacia delle segnalazioni e al presidente trevigiano del CdA, l’imprenditore marenese Efrem Zanchetta (degli omonimi Magazzini e del Centro commerciale di Mareno, proprietario inoltre di alcune catene alberghiere) per aver proseguito l’attività senza il progetto, tralasciato la formazione del direttore e non aver isolato le varie vie di comunicazione all’interno dell’albergo. I carabinieri sono intervenuti alle 2.10, una ventina di minuti dopo i pompieri, che si trovavano a pochi metri per un incidente. Il maresciallo ha raccontato le indagini: la prima ipotesi era che il fuoco fosse nato da un portacenere parzialmente bruciato in un ripostiglio al primo piano e si fosse propagato su un condotto di legno che si usava per far arrivare la biancheria dai piani. La centralina nell’ufficio del direttore funzionava e c’era un adesivo sull’interruttore, ma nessuna sirena. I due pompieri, anche un architetto hanno sottolineato il fatto che nessuno abbia sentito l’allarme. Peraltro quello stanzino delle donne delle pulizie (qualcuna fumava) aveva la porta e questa camera verticale in legno. Ci volevano dei lavori, ma ogni anni venivano prorogati. Non erano mai nemmeno cominciati, a quanto risulta. Settantaquattro furono gli ospiti evacuati: tanto fumo lungo i cinque piani dell’albergo a quattro stelle e, per fortuna, poche fiamme. Quella notte fu l’addetta alla reception a bussare alla camera del direttore per avvertirlo che c’era un incendio e ieri ha anche ricordato quel falso allarme del toast bruciato di pochi giorni prima. A qunato è stato dichiarato la dipendente non aveva mai fatto formazione antincendio fino a quel momento, e dopo invece comincerà a farne. Il giudice Coppari ha fissato tre udienze in inverno: la prima si terrà il prossimo 10 novembre.

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