Roghi e colture, scatta il nuovo regolamento sottoscritto da 14 Comuni

ODERZO

È stato condiviso fra tutti i Comuni della zona di Oderzo e Motta il testo del nuovo regolamento di polizia rurale che i consigli comunali dei 14 Comuni dell’area (oltre a quelli di Codognè e Gaiarine) saranno tenuti a votare nelle prossime settimane: «Bisogna solo limare la forma, ma ora abbiamo un documento completamente condiviso fra Comuni e associazioni di categoria», afferma Nicola Fantuzzi, sindaco di quella San Polo che fa da Comune capofila all’interno del progetto. Le 16 amministrazioni hanno condiviso l’obiettivo del regolamento: «Il documento sarà valido in tutto il territorio: in questo modo diamo un importante segnale di unità e compattezza», prosegue il sindaco più giovane della Marca.

La prima, grande novità inquadra come completamente stralciato e riscritto il capitolo che riguarda i roghi. Una prima versione del regolamento, approvata nell’aprile 2019 dal consiglio comunale di Ormelle, dava ampia libertà di bruciare sterpaglie e rami agli agricoltori. Questo aveva scatenato la protesta di Legambiente che aveva sottolineato come quel provvedimento fosse in netto contrasto con l’esigenza di limitare al massimo la produzione di anidride carbonica soprattutto nella pianura padana. «I roghi saranno consentiti solo per ragioni fitosanitarie e solo su precisa autorizzazione», scandisce Fantuzzi. Sarà un vero e proprio giro di vite, insomma: un agronomo dovrà attestare la necessità del falò e il Comune (l’ente deputato ad autorizzare il rogo) potrà controllare la veridicità della dichiarazione. Di sicuro sarà la polizia locale di Oderzo a determinare quanto pesanti saranno le contravvenzioni: probabilmente i trasgressori verranno multati a botte di 500 euro.

Il regolamento tratta anche le sostanze che gli agricoltori potranno utilizzare nei loro campi. Il documento recepisce su questo tema le indicazioni nazionali e regionali, ma con una particolare attenzione alle zone frequentate maggiormente dai più giovani (0-17 anni). I Comuni invece non stabiliranno a tavolino quali colture potranno essere praticate nelle varie zone agricole del territorio: «In base alle colture varieranno comunque le sostanze vietate e le disposizioni sulle distanze. Cercheremo anche di evitare l’allargamento delle colture a discapito dei fossi e dei corsi d’acqua, una situazione che va a detrimento della capacità dei campi di scaricare le acque», conclude il sindaco sampolese . —

Niccolò Budoia

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