Rita, l'artista che ridisegna il seno operato

Progetto pilota di Ca’ Foncello e Lilt per le donne che hanno subìto la mastectomia: premiata la dermopigmentatrice

TREVISO. Tecnicamente si definisce una dermopigmentatrice. Più semplicemente è una donna che possiede l’arte di restituire ad altre l’integrità e la dignità del corpo dopo le devastazione della malattia. E per questo è stata ora premiata.

Rita Molinaro, 48 anni, originaria di San Donà , ma prossima a trasferirsi a Treviso, ridisegna i seni delle donne che, colpite dal cancro, sono state sottoposte a mastectomia. Lo fa attraverso il tatuaggio, intervenendo nel complesso areola-capezzolo: un sistema del tutto innovativo, realizzato in collaborazione con il Centro di senologia, l’Unità Operativa di Chirurgia Plastica dell’Usl 9 e la sezione trevigiana della Lilt. Proprio dal Ca’ Foncello e dalla Lega Italiana Lotta contro i Tumori, è partito il progetto pilota in Italia che permette alle pazienti oncologiche che hanno subìto l’asportazione dell’areola-capezzolo, di riavere un seno perfetto attraverso una nuova tecnica. Finora la ricostruzione avveniva attraverso un trapianto di cute dall’inguine; quella applicata dall’ospedale del capoluogo è basata invece sulla micro-pigmentazione. A praticarla è appunto Rita Molinari che, proprio per questa sua specifica attività, ha ora ricevuto un riconoscimento a livello nazionale, assegnatole da «Roma International Estetica 2013». «Un premio che mi ha sorpreso ed emozionato anche se vedere una donna che ritrova il sorriso è per me il premio più grande», commenta Rita Molinari da New York, dove si trova in questi giorni per avviare una collaborazione con laboratori specializzati nella produzione di colori destinati a tatuaggi medicali. «Nella sanità ci sono cose anche molto belle e l’iniziativa dell’ospedale di Treviso, insieme alla Lilt è una di queste», sottolinea Rita Molinari che ha iniziato 18 anni fa come tatuatrice specializzandosi poi in trucco permanente. Un giorno, nel suo laboratorio, si presenta una signora operata di cancro al seno. «Aiutami, mi disse. Mi rivolsi allora a un’infermiera affinché mi insegnasse a operare in aree sterili. E poi andai a lezione da un’insegnante per il disegno. A quel punto potei fare quello che la cliente mi aveva chiesto. E capii che avrei potuto aiutare molte altre donne». Ogni anno si registrano in Italia 45 mila nuovi casi di tumore al seno di cui 600 solo nella Marca. Il 45% delle donne che si ammala è destinato a subire l’intervento chirurgico della mastectomia e ricostruzione immediata. Finora il complesso areola-capezzolo veniva ricostruito con un intervento in anestesia locale, in regime di day-surgery e attraverso il prelievo di cute dall’inguine poi innestata per rifare il seno.

«È giusto che le donne sappiano che c’è una possibilità alternativa», spiega Rita Molinaro, «L’intervento, che è gratuito, arriva alla fine di un percorso alternativo, un percorso seguito per garantire la totale sicurezza della donna. E le pazienti che si sottopongono a tale trattamento ci arrivano solo se c’è l’approvazione della Chirurgia».

I pigmenti utilizzati, sottolinea la donna, sono frutto di anni di ricerca e la macchina per tatuaggi è stata realizzata direttamente dall’équipe ospedaliera di Treviso.

E se la dermopigmentazione è applicata ora nei trattamenti delle donne operate al seno, essa è destinata ad avere presto una più ampia diffusione nel mondo medicale. Per la figura del dermopigmentatore non esiste ancora una scuola specifica, ci sono invece corsi istituiti da singole Regioni e in questo campo il Veneto è all’avanguardia: si tengono alla Madonnina, coordinati appunto da Rita Molinaro.

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