Rissa in disco, Venerandi chiede i danni

SAN BIAGIO. La famiglia Venerandi, titolare della discoteca Supersonic, chiede 30.000 euro ai cinque giovani mestrini protagonisti di una maxi rissa nella notte tra l'8 e il 9 febbraio 2014. Provenienti da Favaro Veneto e da Campalto, entrarono nel locale alle 2.30 circa e, dopo nemmeno un quarto d'ora si scatenò, l'inferno. I cinque imputati hanno scelto strade differenti: Nicolò Di Nicola e Marco Rinaldi hanno chiesto la messa in prova ai servizi sociali, Manuel Franzanchini l’accesso al rito abbreviato, Lorenzo De Marchi il patteggiamento a un anno mentre Nicola Scarpa affronterà il processo.
Tutto inizia quando uno dei giovani, mentre stava ballando, ha un'emorragia al naso. Il ragazzo viene portato in infermeria dal personale della discoteca. Poi scoppia la rissa che coinvolge i giovani mestrini e addetti alla sicurezza interna della discoteca, tra i quali Cristian e Manuel, i figli del patron del Supersonic, Giuseppe Venerandi. Erano da poco passate le 2.40 di notte ed il locale, che ospitava quasi cinquecento giovani, si stava lentamente svuotando.
È a quell'ora che entrano nel locale una decina di giovani veneziani, di circa trent'anni. Un quarto d'ora dopo, si scatena l'inferno. Un ragazzo della compagnia, mentre balla, ha un'emorragia al naso. Il sangue scende copioso e subito il personale della discoteca lo porta nella stanza adibita ad infermeria. È lì che scatta la scintilla che innesca la maxi rissa.
Due versioni dei fatti nettamente contrastanti, quella dei mestrini e quella del personale della discoteca, sono state al vaglio dei carabinieri della compagnia di Treviso. È dall’infermeria del Supersonic che iniziano a volare offese, pugni e schiaffi. Da una parte i giovani mestrini, dall'altra il personale della discoteca. Una quindicina di persone rimangono coinvolte nella zuffa, che ben presto dall'infermeria si sposta all'ingresso della discoteca.
Vengono rotte sedie, vetri e addirittura viene sfondata la porta di un ufficio. Il tutto davanti allo sguardo incredulo di molti giovani. Qualcuno lancia l'allarme ai carabinieri. Un quarto d'ora più tardi, le pattuglie dell'Arma, supportate anche da quelle della Guardia di Finanza, sono davanti al locale di San Biagio. Riportare la calma, non è stato facile, nemmeno per i militari. Sul posto sono arrivate anche le ambulanze. Cinque persone vengono caricate in ambulanza e trasportate all'ospedale di Treviso. Altre raggiungono il pronto soccorso con le proprie auto. Anche all'ospedale di Treviso, gli animi si riaccendono e a farne le spese è il personale. Ieri l’udienza in tribunale.
Giorgio Barbieri
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