Rischio incendi in cimitero Il sindaco vieta i lumini

Ordinanza di Manildo: stop aI ceri nei quattro camposanti del Comune «Ci sono stati alcuni roghi, è pericoloso». Previste sanzioni fino a 50 euro
Di Federico De Wolanski
PASSERINI TREVISO ALBERI TAGLIATI CIMITERO SAN LAZZARO
PASSERINI TREVISO ALBERI TAGLIATI CIMITERO SAN LAZZARO

Addio lumini, ceri, candele d’ogni sorta in tutti e quattro i cimiteri comunali. Per onorare i defunti, d’ora in avanti, saranno ammessi solo fiori, piccoli doni e «luci eterne», quelle elettriche appunto. L’ordinanza è stata firmata ieri dal sindaco Giovanni Manildo. La ragione? «Salute e sicurezza».

Sembra stano, ma è così. E non si tratta di un divieto temporaneo emanato in vista del periodo della commemorazione dei defunti che vedrà l’arrivo in cimitero di migliaia di persone; si tratta di uno stop definitivo sul quale saranno chiamati a sorvegliare anche i vigili e i responsabili di Contarina, la società che dall’acquisizione di TrevisoServizi gestisce in toto i quattro camposanti del comune, ovvero San Lazzaro, Canizzano, Santa Bona e Monigo.

Il timore che ha portato a vietare ogni lumino tra le tombe all’esterno e i corridoi interrati dei cimiteri più grandi è quello degli incendi, «innescati dai ceri posizionati in prossimità dei loculi ed ossari e propagatisi a catena agli addobbi e fiori sintetici delle sepolture adiacenti», sottolinea il sindaco, «con danni ai sigilli di marmo e alle parti comuni in muratura».

Manildo lo mette nero su bianco chiamando in causa alcuni piccoli roghi scatenatisi all’interno dei cimiteri nei mesi e negli anni passati. Accadde a Canizzano, ma anche in uno degli interrati del cimitero Maggiore. E a ben guardare infatti già nel 2009 Mirco Visentin, allora presidente di TrevisoServizi, dopo uno di questi incendi tentò per primo di mettere al bando le fiammelle dai cimiteri proprio chiamando in causa la loro pericolosità. Fece fare dei controlli ai suoi addetti, affisse degli avvisi all’ingresso dei camposanti, ma quando chiese al sindaco GianPaolo Gobbo di firmare un’ordinanza dopo aver allertato l’assessore De Checchi, venne rimbalzato. E il divieto rimase semplicemente un «consiglio».

Ora si cambia. «Considerato che è attivo un capillare servizio di illuminazione con impianti a bassa intensità e basso consumo», scrive Manildo nella sua ordinanza, «e in commercio esistono anche lumini a batteria» la candela – sia rossa in plastica, grande, piccola, intarsiata o meno – può essere eliminata «al fine di prevenire incendi con grave pregiudizio delle sicurezza e salute pubblica». Per questo il sindaco ha dato mandato a Contarina di spegnere e rimuovere immediatamente tutti i dispositivi a fiamma rinvenuti nei quattro cimiteri comunali.

E laddove non arriveranno gli addetti della società, interverranno i vigili urbani.

A dimostrazione che la questione è stata presa sul serio infatti c’è pure la sanzione. Chi verrà trovato con l’accendino in una mano e la candela nell’altra davanti alla tomba di un suo caro rischia dai 25 ai 50 euro di multa. Non c’è santo, va detto, che tenga.

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