Rinvenuto un convento del Seicento sotto l’ex Provincia di Treviso

TREVISO. Ad alcuni erano sembrati un paio di muretti poco significativi, invece lo scavo archeologico all’ex Provincia sta riportando alla luce l’antico Convento della Cappuccine, risalente al diciassettesimo secolo. A confermarlo è Cinzia Rossignoli, il funzionario archeologo della Soprintendenza che sta seguendo il cantiere.
«Siamo solo al 50% di un’area di scavo vastissima, ma le strutture emerse sono quasi certamente le fondazioni del Convento delle Cappuccine. Sapevamo che si trovava in quella posizione, e i residuati scoperti fino ad oggi corrispondono alle immagini che abbiamo del catasto napoleonico», ha affermato l’archeologa. Il convento risale al 1600, ed è stato distrutto ben prima che venisse eretto il palazzo che fino al trasloco al Sant’Artemio ha ospitato la sede della Provincia. Lì in precedenza si trovava un’osteria, che evidentemente è sorta dopo l’abbattimento del convento.
Berto Zandigiacomi di Italia Nostra ci aveva visto giusto, ipotizzando che quei profili emersi dagli scavi, e visibili dagli appartamenti ai piani alti di via San Liberale, fossero proprio l’ex Convento. I muri emersi sembrano disegnare alcune stanze, e un chiostro; mentre le colonne tagliate non sono altro che i piloni eretti per sostenere l’ex Provincia. Il chè fa pensare che all’epoca della sua costruzione, la scoperta fosse già stata fatta, e nascosta. Al momento sembra invece marginale la possibilità che lì vengano ritrovate le vecchie mura medievali, che pure erano state erette proprio in quella zona.
«È un’area particolare, ma fino ad ora non abbiamo trovato resti che sembrino le mura medievali», aggiunge Rossignoli. Gli archeologi stanno lavorando in un ambiente non certo semplice. Dal sottosuolo infatti risale molta acqua, quella del Cantarane, tombinato per la realizzazione di via San Liberale; e hanno dovuto subire due mesi di stop a causa dell’emergenza Covid. Dalle parole dell’archeologa però emerge anche come il lavoro della Soprintendenza all’interno del cantiere sia tutt’altro che concluso. L’indagine al momento è concentrata sulla parte occidentale del cantiere, quella che si affaccia su via San Liberale, ma successivamente si sposterà sull’area interna per verificare che non vi siano altri reperti.
Non è una buona notizia per Sgr Numeria, che nel cantiere di via Battisti sta realizzando cinquanta appartamenti, ma che ormai fin dai primi ritrovamenti di febbraio ha dovuto praticamente fermarsi. Nonostante le rassicurazioni arrivate, lo scavo sembra destinato a prolungarsi ancora. L’archeologa Rossignoli ha chiarito che fino ad ora ciò che è stato trovato «purtroppo è in un cattivo stato di conservazione». —
Federico cipolla
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