Ricercatrice veneta vince la borsa Marie Curie e vola in Norvegia
Camilla Spaliviero, 37enne di Castelfranco, trascorrerà due anni all’università di Bergen. È autrice di un progetto dedicato alla didattica plurilingue

Un’esperienza internazionale attende Camilla Spaliviero, 37 anni, ricercatrice originaria di Castelfranco, tra i vincitori della prestigiosa borsa di studio Marie Skłodowska-Curie Actions, che rappresenta il principale programma di riferimento dell’Unione europea per la formazione dottorale e post-dottorato.
Grazie ad un progetto dedicato alla promozione della didattica plurilingue ha ottenuto il massimo punteggio e ora la ricercatrice Spaliviero, che è assegnista di Ca’Foscari, si prepara a fare tappa in Norvegia.
Il progetto
Il progetto, intitolato “Lateco – Fostering Multilingualism through LAnguage TEacher Collaboration” inizierà il prossimo novembre al dipartimento di lingue straniere dell’Università norvegese di Bergen, avrà una durata biennale e sarà arricchito anche all’Università di Graz insieme a un gruppo di ricerca che si occupa di psicologia e infine da una visita all’Università di Copenaghen.
«Il mio progetto punta a promuovere il plurilinguismo nel contesto scolastico, approfondendo il ruolo dell’apprendimento e della collaborazione tra gli insegnanti» evidenzia Spaliviero.
Nel panorama odierno esistono ancora pochi studi e poca letteratura scientifica in tal senso e la Norvegia costituisce un terreno ideale, vista l’offerta didattica multilingue che comprende norvegese, ma anche spagnolo, inglese e francese a scelta, nonché le lingue sami. Elementi che hanno visto la proposta della studiosa castellana entrare nella classifica delle idee vincitrici all’interno di questa edizione del prestigioso grant europeo che quest’anno è stata particolarmente competitiva: ha assegnato 1.696 finanziamenti, selezionando tra 10.360 progetti presentati (quasi 30% di domande in più rispetto al bando precedente), per un investimento totale di 417 milioni di euro.
Lo studio in Norvegia
«Andrò ad approfondire le dinamiche dello studio di più lingue a scuola e l’importanza della collaborazione tra docenti, come fattori favorevoli, specie in un contesto di diversità linguistica e culturale sempre maggiore com’è quello europeo ed anche italiano, dove sono presenti numerose famiglie con esperienze migratorie ma spesso gli studenti non riescono a spendere queste competenze linguistiche in classe mentre l’insegnamento è talvolta caratterizzato da compartimenti stagni».
Con sguardo internazionale e affetto per il suo Paese, Spaliviero conclude: «La Marie Curie è motivo di soddisfazione e una grandissima opportunità per me, per poter migliorare le competenze, con la speranza di potermi stabilizzare nel contesto accademico, possibilmente italiano, per dare il mio apporto». —
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