Riccardo Pittis, lo storico capitano colpito al cuore

 TREVISO.
«Mamma mia, è una notizia devastante». E' costernato Ricky Pittis (nella foto accanto), una delle bandiere biancoverdi, 11 stagioni a Treviso. «Mi viene da dire che è la fine della pallacanestro a Treviso. Non dico che me l'aspettavo, però avevo paura che questo giorno prima o poi arrivasse. Gilberto Benetton si era disamorato ed il momento di crisi economica, anche se il gruppo è solidissimo, credo siano state le cause. Poi è anche umano pensare di tagliare i costi che non hanno un ritorno. Parliamo di un ambito in cui sei bravo se vai in parità: se non ci fosse la crisi investire 7-8 milioni in una squadra di basket sapendo di perderne la metà passi, ma se pensi che quei 4 milioni servono oggi magari a salvare 100 famiglie le cose cambiano».  E il lato sentimentale dove lo metti? «Infatti. Io sono costernato, dentro ho un male enorme: la Benetton ed il basket sono il mio passato ed il mio amore».  Il «paron» molla nell'anno in cui ha piazzato il nipote Andrea alla presidenza. «Non è un caso. Probabilmente era stato messo lì per essere il traghettatore. Io però continuo a sperare che tra un po' ci dicano «Siete su Scherzi a parte. Oppure che sia una boutade per coinvolgere qualche altro personaggio. Se non lo è allora resterà solo un profondo dispiacere». Come sarà la stagione 2011-12 sapendo che alla fine c'è il game over? «Come un'azienda in liquidazione: vendi le rimanenze ed aspetti la fine». Palaverde e Ghirada però restano. «Già: e chi le utilizzerà?».

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