Ricatti a luci rosse, una prostituta in cella

Ad aprile scorso tre suoi complici erano stati arrestati per aver minacciato e ricattato i suoi clienti filmati durante le prestazioni sessuali in un appartamento nella zona della stazione...

Ad aprile scorso tre suoi complici erano stati arrestati per aver minacciato e ricattato i suoi clienti filmati durante le prestazioni sessuali in un appartamento nella zona della stazione ferroviaria di Treviso. Inizialmente, lei, una prostituta rumena di 25 anni, residente a Ravenna, era sembrata estranea alla vicenda e per questo non era stata nemmeno denunciata. Ma le indagini dei carabinieri del nucleo operativo di Treviso sono continuate fino ad accertare che in realtà la prostituto era la “mente” delle rapine ed estorsioni a cui i suoi complici sottoponevano i suoi clienti. Da qui il suo arresto, ieri, in un albergo di Ravenna, su ordine di custodia cautelare emesso dal gip Mascolo. A finire nella rete dei ricatti tre uomini trevigiani, di mezz’età, sposati e con figli, che avevano risposto ad un’inserzione della lucciola che si prostituiva in un appartamento nella zona della stazione.

Le vicende denunciate separatamente dai tre uomini erano piuttosto simili. In altre parole i clienti rispondevano all’inserzione della prostituta, contattandola al cellulare e fissando un appuntamento nell’appartamento in questione. All’appuntamento i clienti trovavano anche un kosovaro che sosteneva di essere il fidanzato della prostituta e faceva la parte del “protettore”. Dopo l’amplesso scattavano i ricatti. Mentre il cliente estraeva il portafoglio per pagare la prestazione, in camera piombava il kosovaro che minacciava il cliente. «Ti abbiamo filmato mentre facevi sesso. Dacci tutto quello che hai nel portafoglio altrimenti postiamo il video sui social e lo mandiamo anche a tua moglie». Più o meno suonava così la minaccia degli estorsori.

La vittima impaurita era costretta a dare tutto quello che aveva nel portafoglio e a consegnare anche la tessera bancomat per ulteriori prelievi. Una delle tre vittime che ha avuto il coraggio di denunciare l’estorsione subìta è stato anche picchiato, con un pugno un faccia, per essersi rifiutato di consegnare il portafoglio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso