Riaprono le Beccherie «Nel solco della storia»

Hanno riaperto le Beccherie. Ieri sera un brindisi inaugurale, oggi il primo giorno ufficiale di attività del nuovo ristorante che raccoglie il testimone del locale aperto nel 1939 dietro la piazza.
Paolo Lai, il titolare delle nuove Beccherie, annuncia a settembre l’inaugurazione in grande spolvero, con le autorità. Ma intanto decolla. L’altra sera ha organizzato una cena informale di «riscaldamento»: ai tavoli anche il presidente del consiglio comunale Franco Rosi, e molti personaggi della città.
Lai, che ha esordito in centro da «Amici miei», ancora ai tempi di Pittis, e poi ha compiuto il grande salto con il «Corder» ai Carraresi, affronta ora una sfida dai risvolti storici, dopo l’esperienza del «Sapori» al monte di Pietà e un passaggio alla cittadella Appiani. Quando Carlo Campeol, con la moglie Francesca, decise di chiudere, la sua scelta assolutamente inattesa rimbalzò in mezzo mondo, anche perchè nel locale, sotto i portici di piazza Ancillotto, nacque il moderno tiramisù, uno dei pochissimi brand italiani conosciuti davvero in tutto il mondo, dal Polo Nord agli antipodi. Per non parlare della storia del ristorante, che in 8 decenni ha visto passare davvero i grandi nomi della politica, della finanza, dell’economia, dello spettacolo e della cultura, e tutta Treviso e la Marca che contano.
Il nuovo arredamento, la rielaborazione degli spazi e delle sale, dal front desk alla veranda sui Buranelli, è significativa della sua scommessa: innovare nel solco della tradizione. Eloquente la scelta del verde petrolio per i muri, che vuole esaltare il rame che è stato una della più suggestive coreografie dello storico ristorante.
«L’aver conservato l’insegna dice che rispettiamo la storia», spiega, «omaggiando la tradizione, ma abbiamo anche voluto reinterpretare l’ambiente con un arredamento moderno, grazie alla collaborazione di Gatti».
In cucina Federico Moro, chef che proviene dalla Riviera del Brenta. «Le linee guida sono classiche: puntiamo alla cucina tipica, a chilometri quasi zero, rispettando stagionalità», prosegue Lai, certo puntiamo anche sulla carta dei vini, e ovviamente non possiamo dimenticare il fatto che le Beccherie sono state al culla del tiramisù: quello è un aspetto che andrà adeguatamente valorizzato». Chi ha visto le «Beccherie» in anteprima, nei giorni scorsi, è stato Campeol, padrone di casa e ultimo alfiere della famiglia che con nonno Carlo e poi con papà Ado e mamma Alba cominciò e proseguì l’avventura nel corso del Novecento attraversando il Duemila. «Sono rimasto piacevolmente sorpreso», spiega, «mi sembra un lavoro calibrato, fatto con gusto, soprattutto nella nuova disposizione degli spazi interni, ho visto una veranda valorizzata ancor di più con la luce. Non posso che augurare il meglio a Paolo, credo che l’impegno e la passione vengano sempre premiati...».
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