Escursionista morsa da una zecca, è grave

È ricoverata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso con una meningoencefalite. L’appello del dg Benazzi: «Chi fa sport all’aria aperta si immunizzi»

Valentina Calzavara
Un reparto di Malattie Infettive
Un reparto di Malattie Infettive

Una donna di 45 anni è ricoverata all’ospedale di Treviso per meningoencefalite causata dal morso di una zecca infetta. Si tratta del primo caso di quest’anno nella Marca.

L’azienda sanitaria trevigiana alza il livello di allerta e invita la popolazione a considerare l’opportunità della vaccinazione anti-Tbe, come misura di protezione contro la meningoencefalite virale da zecca, soprattutto per chi ama fare escursioni nella zona della Pedemontana o in altre aree boschive e rurali, dove è presente il parassita che diventa più attivo con il grande caldo e l’umidità.

«La paziente colpita da meningoencefalite da zecca è attualmente ospitata nel reparto di malattie infettive in condizioni stabili con segni graduali di miglioramento. Fortunatamente, non è più in pericolo di vita» fa sapere il dg dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.

La 45enne è arrivata qualche giorno fa al Ca’ Foncello  di Treviso con febbre alta, forte mal di testa, dolori muscolari e senso di affaticamento. Esclusa l’ipotesi di influenza, le analisi del sangue hanno confermato la presenza di anticorpi (IgM) correlati alla Tbe da zecca. È quindi scattato il ricovero per monitorare l’evoluzione della patologia.

La casistica

«L’infezione sarebbe stata contratta dalla donna una decina di giorni fa durante una passeggiata in provincia di Belluno. Ce lo ha riferito lei stessa, che frequenta spesso la zona, in quanto appassionata di trekking» aggiunge il dg Benazzi.

Pur essendo amante della natura e frequentando una zona a rischio, la donna non si è vaccinata contro la Tbe.

«Questo è il primo caso dell’estate 2025 che ci troviamo a gestire» prosegue il manager Benazzi «l’anno scorso abbiamo riscontrato sei casi nel corso di tutta la stagione estiva, quattro maschi e due femmine, tra i 36 e gli 82 anni. Anche in questi casi, nessuno aveva effettuato la profilassi vaccinale anti-Tbe».

A causa del surriscaldamento globale, le zecche sono ampiamente diffuse in tutta la fascia Pedemontana, ma con l’abbassarsi dello zero termico, proliferano fino a mille metri di altitudine, aumentando le possibilità di contatto con l’uomo. Escursionisti, cercatori di funghi, boscaioli e lavoratori che operano nelle zone a rischio, sono tra i più esposti al morso di zecca.

L’invito

Da qui l’appello dell’azienda sanitaria ad immunizzarsi aderendo alla vaccinazione anti-encefalite da zecche che viene offerta al prezzo agevolato di 25 euro a dose. Per proteggersi sono previste tre dosi, le prime due a distanza di 2-3 mesi l’una dall’altra, e la terza da un minimo di 5 a un massimo di 12 mesi di distanza dall’ultima iniezione.

L’invito dell’autorità sanitaria è rivolto soprattutto alle categorie di popolazione più esposte che possono richiedere la vaccinazione preventiva nei centri vaccinali dell’Ulss 2.

«Dobbiamo tenere alta l’attenzione e ad insistere sulla profilassi» aggiunge Benazzi. Nel corso del 2024 nella Marca sono state somministrate 4.878 dosi di vaccino anti-Tbe, mentre nel primo semestre di quest’anno le dosi effettuate sono state 2.800, con numeri in crescita. Per il capoluogo il riferimento è il dipartimento di prevenzione alla Madonnina.

«La Tbe è considerata un crescente problema di sanità pubblica che non va trascurato» conclude Benazzi, rimarcando l’importanza della protezione vaccinale.

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