Reti ed esche per catturare il pesce siluro del Danubio
REVINE. Conto alla rovescia per la giornata di caccia al pesce siluro. La “battuta” al predatore del Danubio è stata programmata nei laghi di Revine verso la metà di questa settimana. Sempre se le condizioni meteo lo permetteranno. «Metteremo delle reti nei luoghi che ci hanno indicato i pescatori», fa sapere Bruno Dotto, consigliere nazionale di Fipsas, la Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee.
«Saranno piazzate delle reti a tre metri dalla sponda, tra sponda e la rete interverremo con gli elettrostorditori a patto che non piova, vedremo cosa succede» aggiunge Dotto. «Se non funzionerà, il tutto sarà rimandato alla prossima primavera». L’importante, fanno sapere gli addetti ai lavori, è togliere almeno i riproduttori, cioè i pesci siluro che possono figliare la prossima estate. Verso metà ottobre era stato realizzato il censimento dei laghi. In quell’occasione non era stato pescato nessun siluro. Il censimento aveva la funzione di produrre la Carta ittica regionale, un documento tecnico scientifico che raccoglie le informazioni sullo stato dell’ittiofauna per guidare i popolamenti ittici e della pesca.
Dal censimento era emerso che nei fondali dei laghi ci sono diverse specie autoctone e pochi esemplari di specie alloctone. Sono in totale una decina i pesci siluro pescati questa estate nei laghi di Revine e Tarzo. Esiste un divieto di immissione e reimmissione del pesce siluro e di ogni specie ittica alloctona nelle acque dei laghi di Tarzo e Revine Lago. Per i trasgressori sono previste sanzioni che vanno da 1.500 a 6 mila euro, così come stabilito dalla legge regionale che tutela la fauna ittica. —
Francesca Gallo
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