Da un’idea sui social nasce il mutuo soccorso per mamme: incontri settimanali contro la solitudine
In provincia di Treviso Elisa Nebbia lancia un’iniziativa semplice ma potente: ritrovi settimanali al bar per ascolto e compagnia tra mamme. La proposta, nata da un post su Facebook, si sta diffondendo nel territorio per combattere l’isolamento

Una rete di mutuo soccorso per le mamme, ideata da una mamma. Lei è Elisa Nebbia, due figlie, che una mattina di agosto ha trovato il coraggio di proporre pubblicamente la sua idea: «Chiunque di voi abbia voglia di parlare, sfogarsi, fare due chiacchiere, parlare male della suocera. Qualsiasi cosa, se viene mi troverà. Fa bene a me come farà bene a voi».
Si tratta di un’iniziativa popolare per contrastare la solitudine delle mamme, che si riscoprono ogni giorno più isolate, stanche e in balìa di una società che le vuole performanti sia a casa che nel lavoro, ineccepibili come madri, mogli e colleghe, quando invece vorrebbero essere semplicemente considerate delle persone nella loro unicità.
Il progetto
Il progetto è talmente semplice da risultare illuminante. L’idea è quella di farsi trovare in un determinato luogo, il Cofficina di Frescada, in provincia di Treviso, in un determinato momento, il mercoledì dalle ore 18.30 a partire dal prossimo 10 settembre, ed essere a disposizione di chi cerca un’amica a cui raccontare difficoltà, ma anche più banalmente per scambiare quattro chiacchiere su casa, figli e normali questioni quotidiane senza sentirsi giudicata. Dai social alla vita vera.
A parlarne per prima su Facebook è stata Elisa Nebbia, ma la proposta è piaciuta così tanto che nel giro di poche ore anche altre mamme hanno dato la disponibilità della loro presenza anche in altri luoghi della provincia, da San Biagio alla zona Nord di Treviso. E così la rete si allarga e diventa più solida.
«Non ho potuto fare a meno di notare come, periodicamente, vengano pubblicati appelli di ricerca di un po’ di compagnia, ascolto, due chiacchiere. Evidentemente la solitudine colpisce pesantemente noi madri alle prese con i nostri pargoli, un lavoro impegnativo e/o tanti altri problemi che ci portano a non avere più contatti con il mondo esterno», si legge nel post di Elisa che spiega la sua iniziativa.
La solitudine
«L’idea nasce da quella che è la mia esperienza personale», racconta Elisa, «Da quando sono diventata mamma mi sono accorta che tutti ti considerano solo una madre e c’è il rischio di perdere la cerchia di amici, la vita sociale e tutto quello che fa stare bene con sé stesse. Io mi sono ritrovata tagliata fuori da tutti quelli che erano i giri che avevo prima e ho notato che non è una cosa che è successa solo a me. Poi il Covid è stato uno spartiacque, ha cambiato dinamiche che prima erano assodate, ora siamo più sole».
Nebbia racconta di essersi iscritta a gruppi e associazioni, di aver provato a legare con i partecipanti, ma che al di là delle attività proposte e delle belle intenzioni non c’è mai stato il reale interesse di condividere i momenti più banali. «Sono convinta che il confronto e il conforto possano essere degli ingredienti importanti per la salute mentale di noi donne, per questo ho deciso di prendere la palla in mano. E ne ho parlato con la titolare del bar vicino a casa mia».
Stefania Gallina ha accettato senza riserve. «Se non dovesse succedere niente, nel senso che non viene nessuno», conclude Elisa, «io mi porto comunque via il mio album da disegnare e le matite colorate. Mi berrò un caffè o uno spritz e starò lì un’oretta finché il bar non chiude. Se arriva qualcuna, io ascolto, chiacchiero, comunque sto lì. Farà bene anche a me, perché anche io ho bisogno di interagire con qualcuno che abbia più di sei anni e che non sia mio marito».
La rete
I like sotto il post sono stati il termometro della necessità di una proposta del genere. Nel giro di poche ore altre mamme si sono messe a disposizione in altre location della provincia, così come alcune titolari di bar. Tutti segni inequivocabili che la solitudine delle mamme morde sempre e sempre più forte: «Che idea bellissima. “Vi aspetto”: sono due parole grandi e potenti. Grazie per questa possibilità per ciascuna di noi», scrive una, ma è come se lo avessero detto tutte.
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