Cantiere sospeso dagli ispettori: al lavoro alle 5 per farla franca
E’ successo a Vedelago. Mancavano permessi e misure di sicurezza: attività fermata dopo il sopralluogo. Gli operai hanno ripreso all’alba. Arrivati i vigili, in tre sono scappati nei campi

Non solo lavoravano all’altezza di nove metri senza alcuna protezione, ma a distanza di qualche giorno sono stati nuovamente scoperti mentre erano ancora al lavoro dalle 5 alle 7 di mattina e non di certo per sfuggire alla calura estiva: e ancora senza nessuno strumento di tutela per la sicurezza.
È quanto è emerso nei giorni scorsi da un controllo dell’Ispettorato del Lavoro a Vedelago, in un cantiere in via Vespertini a Casacorba aperto per ristrutturare alcune palazzine, controllo avvenuto sulla base delle segnalazioni di passanti, da cui è emerso un altro dato sconcertante: l’assenza di qualunque autorizzazione urbanistica ad eseguire questi lavori. Vista la recidività, la Procura ha disposto il sequestro del cantiere.
Nel primo controllo gli ispettori del lavoro avevano evidenziato che erano state poste guaine impermeabilizzanti sulla copertura degli edifici, ma era assente qualunque forma di tutela anti infortunistica. Niente parapetti o linee vita, niente parapetti anche nel vano scale interno, niente segnaletica obbligatoria per la viabilità del cantiere. Ma neppure nessuna documentazione obbligatoria per le aziende che intervengono nel settore edile, come il piano operativo sicurezza e la nomina di coordinatori della sicurezza per la progettazione e l’esecuzione. Insomma, nulla era rispettato di quello che la legge prevede in fatto di sicurezza sul lavoro, una condizione che ovviamente non poteva che portare all’immediato ordine di sospensione dell’attività.
A questo punto, si penserà che l’azienda per poter riprendere i lavori abbia ottemperato a tutte le prescrizioni previste. E invece qualche giorno più tardi, a seguito di un ulteriore controllo della polizia locale, avvenuto proprio perché si era visto che i lavori anziché essere fermi progredivano, è arrivata un’altra sorpresa: nonostante l’ordine di sospensione, tre operai, risultati appartenenti a una impresa balcanica, erano ancora al lavoro, dalle 5 alle 7, pensando che questa fascia oraria permettesse loro di agire lontano da occhi indiscreti. E non appena viste le divise, sono scappati.
Ancora una volta lavoravano senza alcuna protezione circa il rischio di caduta, che poteva avere conseguenze tragiche visto che stavano posando guide bituminose all’altezza di nove metri, compito – quello di mettere in sicurezza gli operai – che era a carico del loro datore di lavoro. Il quale poi è risultato avere un multiruolo, cioè risultava anche committente dei lavori e proprietario degli immobili. A questo punto è scattato il sequestro del cantiere con l’apposizione dei sigilli, dopo l’ok della Procura della Repubblica.
A fronte di quanto emerso, il sindaco di Vedelago Giuseppe Romano è rimasto più che esterrefatto: «Stiamo parlando di un cantiere dove niente era in regola, neppure per i permessi urbanistici. Evidentemente c’è qualcuno che pensa che se interviene sulla sua proprietà può fare quello che vuole e come gli pare. Allora tenga presente che ci sono delle regole e che queste vanno rispettate, sempre. A maggior ragione quelle che riguardano la sicurezza dei lavoratori. Purtroppo i numeri sugli incidenti sul lavoro, anche mortali, sono drammatici nel nostro territorio. Stiamo parlando di vite umane».
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