Restaurata Villa Manin Fu la casa dell’ultimo Doge

TREVIGNANO. La villa dell’ultimo Doge di Venezia, Ludovico Manin, torna a vivere, finalmente restaurata. Un’impresa realizzata da Tiziano Dal Canton, 47 anni, che dopo dieci anni di lavori e un investimento che sfiora di dieci milioni di euro riporta a nuova vita villa Manin, residenza estiva dell’ultimo Doge veneziano, nel piccolo centro di Falzè di Trevignano.
Nei prossimi giorni l’inaugurazione, al cospetto di cinquecento invitati da mezzo mondo, per coronare un sogno accarezzato da tempo dall’ex proprietario della Rolling Center: «All’inizio volevo farci la sede direzionale dell’azienda, poi le cose sono andate diversamente – spiega guardando giardino e piscina – . Mi sono accorto della bellezza straordinaria del posto e piano piano è venuto fuori questo progetto».
Venti residenze di pregio (da un mimimo di 50 a un massimo di 250 metri quadrati), un esercizio commerciale che diventerà una cicchetteria, un centro benessere pronto a partire, uno spazio direzionale. «Ma nessuna operazione immobiliare: sono spazi che intendo mettere in locazione e non sul mercato. Diciamo una rendita – aggiunge l’imprenditore –. Volevo fare una cosa per il paese, per il territorio. E quando mi metto in testa una cosa raramente la lascio perdere. Certo, mi è costata tempo e sacrifici, ma sono soddisfatto» aggiunge Dal Canton, che un po’ controvoglia ha fatto mettere il suo cognome accanto a quello storico di villa Manin.
Appartenuta a lungo al Patriarcato di Venezia, la villa ha origini quattrocentesche, costruzione seicentesca e rimaneggiamenti settecenteschi. A ques’ultimo periodo si riferiscono gli affreschi di Francesco Zanchi, probabilmente commissionati da Maria Basadonna, all’epoca proprietaria della villa e moglie di Alvise Manin. Il loro figlio, Ludovico, fu l’ultimo Doge veneziano e non è improprio pensare ai soggiorni estivi in terraferma del piccolo e futuro Doge.
È considerata a tutti gli effetti villa veneta, censita da Giuseppe Mazzotti sin dal 1952. Si compone di un corpo centrale, di una barchessa laterale, di un giardino circondato da un muro perimetrale che ne garantisce riservatezza. Sabato 18 giugno la festa, alla quale Dal Canton ha voluto invitare tutti coloro che «hanno contribuito alla realizzazione di questo sogno».
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