Re delle truffe, maxi sconto di pena

Drastico sconto di pena per Ivan Baricevic, il re delle truffe di Santa Bona. La Corte d’Appello di Venezia ha infatti rimodulato la sua condanna dai complessivi sedici anni per una serie di truffe e una ricettazione a due anni e undici mesi. Condanne anche per i suoi complici Devid Levak, Romina Levakovic e Alessandro Mazzonetto. Erano tutti difesi dall’avvocato Andrea Zambon. Ivan Baricevic è noto alle forze perché sospettato di essere una delle menti di un gruppo specializzato nell'import ed export di auto rubate che venivano prelevate in Italia e in Slovacchia, modificate, radiate e reimmatricolate come nuove oltreconfine. L'indagine aveva infatti coinvolto più uomini e più settori, allargandosi alla collaborazione della Polstrada di Palmanova perché la truffa si estendeva al litorale di Lignano coinvolgendo un distributore di benzina, un'officina, un'agenzia di assicurazioni di Latisana e varie persone.
Quello messo in piedi, secondo gli inquirenti, era un sistema efficientissimo. Le macchine venivano ordinate in base alle richieste del mercato. La scelta cadeva principalmente su Bmw di varia cilindrata e modello, Mercedes, Audi. Individuate le auto scattava il furto o la truffa per acquisirle. Qui entrava in gioco Baricevic che aveva la capacità di recuperare i mezzi con rapidità incredibile. Messe le mani sulla vetture entravano in scena i «tecnici» che modificavano il numero di telaio riportandone uno simile riferito ad altre macchine circolanti nel territorio (auto italiane se il furto avveniva in Italia, slovacche se il colpo era stato fatto oltreconfine).
Con la matricola rinnovata e una serie di documenti di proprietà falsi, veniva inoltrata una regolare richiesta di radiazione per espatrio del mezzo che solitamente veniva concessa senza problemi visto che l'auto risultava regolare. Una volta espatriata, la macchina veniva reimmatricolata all'estero con i codici di telaio «puliti». Collegarla a quella sparita diventava così impossibile e l'auto veniva immessa sul mercato a prezzo scontato e pronta alla vendita. Ovviamente in nero. In un caso, l'auto arrivata ripulita dalla Slovacchia era stata perfino messa in bella vista nel piazzale di un distributore di benzina sotto la scritta «occasione».
Ricostruire il sistema non era stato facile, l'innesco sono state le frequenti truffe di Baricevic che continuavano a far sparire veicoli che non venivano più ritrovati. Di qui intercettazioni telefoniche, controlli mirati, pedinamenti. Un anno di verifiche che alla fine avevano fatto scattare i mandati di arresto e le denunce operate dagli uomini della polizia e dalla stradale.
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