Ragazzino afgano nascosto in un bilico che trasportava legna
Follina, viaggio della speranza per un diciottenne arrivato senza nulla, solo con una maglietta e un paio di pantaloni addosso, assettato.

FOLLINA. “Acqua, acqua”. Sono le prime parole che ha pronunciato nella sua lingua, facendosi capire con i gesti, un ragazzino afgano di quasi diciotto anni, dopo essere uscito a fatica da un bilico carico di legna appena arrivato per scaricare alla De Mari Legno di Follina.
Il camionista croato che stava scaricando i bancali, non si era accorto di nulla. Paola De Mari, la proprietaria, invece, mentre stava andando nel magazzino, ha visto un ragazzino accucciato a terra, vicino alla gomma del camion, e ha pensato all’inizio che fosse un aiutante. Poi ha capito cosa stava succedendo. Il camionista ventenne non parlava italiano, perché era croato.Il ragazzino si esprimeva a gesti.
Non aveva la mascherina, aveva fame e sete. “Gli ho fatto lavare le mani” racconta “poi gli ho dato una bottiglietta d’acqua perché non avevo cibo”. Le prime parole che mi ha detto, le uniche che ho capito, sono state “Call police, call police”. Credeva di essere arrivato in Croazia, gli ho detto che era in Italia.
A quel punto la donna ha chiamato i carabinieri, che lo hanno rifocillato, identificato e successivamente contattato la Prefettura d’intesa con la quale il ragazzino è stato portato in una struttura di accoglienza.
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