Quei biscotti senza tempo Doria e il fascino dei Bucaneve

ORSAGOLa ricetta della nonnina recitava «Zucchero latte fior di farina» e milioni di italiani ne ricordano ancora il claim della pubblicità. Nonostante siano passati sessant’anni, i biscotti Doria...

ORSAGO

La ricetta della nonnina recitava «Zucchero latte fior di farina» e milioni di italiani ne ricordano ancora il claim della pubblicità. Nonostante siano passati sessant’anni, i biscotti Doria fanno ancora parte dell’immaginario collettivo di un paese, l’Italia. Insieme alla bicicletta pieghevole «Graziella» e alla popolare lavastoviglie «Stovella» della Zoppas, entrambe lanciate sul mercato nel 1964 (formidabili quegli anni, da queste parti...).

Oggi le porte dello stabilimento di Orsago saranno aperte per un centinaio di famiglie, vincitori del concorso commerciale «La magica fabbrica Bucaneve». Vedranno come si fanno i biscotti: la forma è uguale, forse appena più leggera, ma il resto è (quasi) tutto uguale. La giornata aziendale prevede un’esibizione del talento, vincitore di X Factor, Michele Bravi e uno show cooking esclusivo della food blogger Sonia Peronaci.

Dal 2006 la Doria appartiene al Gruppo Bauli, che ne ha mantenuto la produzione a Orsago. A Orsago lavorano tutt’ora 170 addetti: alla fabbrica dei biscotti si è affiancato un locale bar ristorante e un fornitissimo spaccio aziendale. Il Gruppo Bauli - 478 milioni di ricavi e millecinquecento dipendenti - ha mantenuto insomma l’identità dei frollini che uscivano, al tempo, dal più esteso biscottificio d’Italia.

Ma le origini di quest’azienda, che ha letteralmente fatto colazione con gli italiani, risalgono alla fine dell’Ottocento. Il piccolo panificio di Sarmede, guidato da Alessandro Zanin e dalla moglie Antonietta Donadon, è diventato prima un laboratorio artigianale e poi una primaria industria alimentare grazie alla seconda generazione: Ugo, Gastone e Giorgio hanno coniato il nome Doria, dalla più bella delle navi italiane e dopo l’amicizia con un pasticcere svizzero che si chiamava René Doria e che diede il via libera all’uso del nome.

Carosello e il miracolo italiano faranno il resto. L’attrice e cantante Miranda Martino diventerà il volto dei «Biscotti della nonna» e dei «Bucaneve», apparsi per la prima volta nel 1958. L’orchestra Tacabanda chiudeva i siparietti in rima: «E alla fine di ogni storia tanti bei biscotti Doria» spingendo a letto i più riluttanti dei bambini.

Nel tempo ai Bucaneve si sono affiancati altri prodotti di successo: dai panettoni Doria, presto abbandonati, ai cracker Doriano, dai frollini Atene agli snack Jambonetti, che sono ancora tra i prodotti più fortunati del gruppo veronese del pandoro. Ma inevitabilmente il marchio Doria vuol dire Bucaneve e la sua classica confezione a tubo, con i caratteristici frollini a forma di ciambella con le gocce di glassa sopra. Praticamente le nostre «petite madeleine», il biscotto di Marcel Proust. —





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