Quegli “Arditi” ultimi eroi del Piave

Il Cippo ricorda la 1ª Divisione d’Assalto e il sacrificio degli ufficiali Barone e Brocani medaglie di bronzo al valor militare

VOLPAGO. Quando si clicca su Google “Cippo degli Arditi” appaiono pagine su una nota osteria di Santa Mama, ma molto scarse le informazioni sugli “Arditi” della 1ª Divisione d’Assalto commemorati dal cippo posto in via Nord Montello a Volpago, caduti nel novembre 1918 per montare tre ponti su cui traghettare le truppe, avanguardia del contrattacco che avrebbe portato il 4 novembre alla capitolazione dell’impero Austro-Ungarico. Sono tra gli ultimi morti della Grande Guerra. Uno di loro è il tenente Giuseppe Barone, nativo di Iesi (Ancona), che dette “la vita per la Patria” il 27 ottobre 1918 mentre combatteva tentando di passare il Piave alla “Fontana del Buoro”, che si trova poche centinaia di metri da dov’è oggi il cippo commemorativo. Il sacrificio fu “ricompensato” con la medaglia di bronzo. Il suo curriculum militare viene riassunto nel diario storico del 94esimo Reggimento di fanteria della Brigata “Messina”, a cui Barone apparteneva, con un linguaggio tra il tra l’enfatico e il burocratico come si usava allora: «Fu volontario sempre in tutti i servizi più rischiosi. Tenne con fede e con entusiasmo il comando del plotone d’assalto reggimentale impegnandolo con intelligenza ed ardire in numerosi servizi di perlustrazione e di pattuglia». La morte del giovane ufficiale viene poi descritta così: «Sotto il violento bombardamento nemico si portò di propria iniziativa in località scoperta per meglio studiare la traversata del Piave e, mentre disponeva per effettuarla cadde colpito a morte da una granata avversaria».

Barone nella lapide sul cippo è ricordato come sottotenente e non come tenente, probabilmente perché la promozione gli arrivò postuma. L’ufficiale aveva già ricevuto un encomio solenne, trascritto nel diario storico (in cui è definito sottotenente il 5 ottobre dell’anno della sua morte), per un atto di eroismo avvenuto tra il 25 e il 26 settembre. Aveva fatto vari tentativi per portare aiuti in un avamposto su un isolotto circondato dalle acque del Piave dando il buon esempio ai suoi soldati. Dopo vari tentativi vi era riuscito, perseverando nell’impresa anche dopo essere stato travolto dall’acqua, nonostante fosse di costituzione esile e un nuotatore inesperto. Una riga sola separa Barone nel documento dall’aspirante ufficiale, poi probabilmente promosso sotto tenente post mortem, Gino Brocani anch’egli di Iesi, morto lo stesso giorno nel medesimo luogo. Broccani, anch’egli decorato con la medaglia di Bronzo, fu colpito da una granata nemica mentre studiava dove passare il Piave alla testa dei suoi uomini. Pure questo giovane ufficiale è ricordato nel “Cippo degli Arditi”a Santa Mama assieme ai commilitoni sergente Luigi Cristini, sergente Aldo Adinolfi, caporalmaggiore Francesco Lenge e al soldato Nicola Lannni che morirono in quel tragico 27 ottobre alla “Fontana del Buoro” . La lapide commemorativa li ricorda come «Ultimi caduti della sacra guerra/ ultime spine dell’immortale corona/ confitte nel cuore d’Italia». «Gli Arditi caduti lì furono sepolti poco sopra dove si trova oggi l’attuale Cippo», spiega Carlo Bianchi, cultore volpaghese di storia della Grande Guerra, «che è stato posto lì nel 1964», conclude Bianchi autore del discorso per la commemorazione degli Arditi caduti nel 1918 (non solo quelli ricordati nel Cippo del Montello), organizzata domenica scorsa dalla sezione triestina della Federazione nazionale Arditi d’Italia. “Il Cippo” è tornato a come era in origine, grazie al restauro del comitato di Santa Mama.

Gino Zangrando

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