Quasi mille persone all’addio dell’imprenditrice e madre Alessandra Casagrande

il lutto
L'ultimo «Ti amo» alla sua Alessandra, Luca, l'ha voluto dire davanti a tutti. Davanti alle 900 persone che nel tardo pomeriggio di ieri hanno raggiunto lo stadio comunale di Zero Branco, per salutare Alessandra Casagrande, scomparsa improvvisamente sabato a soli 52 anni a causa di un attacco cardiaco. Quel «ti amo», detto con dolcezza dal titolare della nota ditta di pavimentazioni Favaro 1, in cui la stessa Alessandra lavorava come responsabile del reparto commerciale, è risuonato poco prima che al termine della celebrazione le note dell'Ave Maria e della canzone «A te», di Jovanotti, accompagnassero l'imprenditrice e mamma.
«Spesso Alessandra mi rimproverava per il fatto che non manifestavo i miei sentimenti in pubblico, a differenza sua» ha confidato alla folla Luca Favaro, «per questo, ora, voglio dirle che l'ho sempre amata e l'amerò sempre. E la ringrazio per la vita che ha trascorso con me, regalandomi i doni di Matteo ed Enrico, i nostri figli. Non pensavo di avere la forza di dire qualcosa oggi, ma evidentemente - da lassù - Alessandra mi sta dando voce e coraggio».
Ad anticipare il ricordo di Luca il commosso messaggio di un collaboratore della Favaro 1, a nome di tutti i dipendenti. «Hai sempre aiutato tutti, ti veniva spontaneo: avevi un dono speciale, riuscivi a parlare, ascoltare e capire qualsiasi persona, perché lo facevi con il cuore» ha detto l'uomo rivolgendosi ad Alessandra, «La tua era la voce dell'amore. Ci lasci una grande responsabilità, un'eredità importante: dobbiamo e vogliamo portare avanti quello che hai iniziato tu, con i tuoi stessi valori, nel migliore dei modi. E come un'unica grande famiglia, con Luca, Enrico e Matteo».
Una personalità dal carattere solare, aperto e spontaneo, quella di Alessandra. Ma allo stesso tempo, come ha ricordato don Corrado Cazzin, parroco di Zero Branco che ha celebrato la funzione, «accompagnata dalla tua generosità senza misura, dalla tua bellezza e dalla tua carità, assieme ad una delicatezza fragile. Ma soprattutto dal tuo sorriso» ha detto il sacerdote nell'omelia, rivolgendosi ad Alessandra, «il vuoto che la tua morte spalanca davanti a noi ci sta riempiendo della memoria viva di quello che con la tua presenza hai seminato attorno a te. Chi ti ama riconosca d'oggi in poi, in ogni piccolo gesto di compassione dato o ricevuto, il ricordo della tua presenza». —
Alessandro Bozzi Valenti
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