Put, il Consiglio di Stato salva il piano

MONTEBELLUNA. «Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (sezione quinta) accoglie l'appello ai soli fini della sollecita fissazione dell’udienza di merito da parte del Tar competente. Ordina che a cura della segreteria la presente ordinanza sia trasmessa al Tribunale per la fissazione dell'udienza»: questo il dispositivo dell'ordinanza del Consiglio di Stato sull'appello di un gruppo di commercianti e cittadini contro la mancata concessione della sospensiva da parte del Tar del Veneto. Il Consiglio di Stato non ha riformato la sentenza del Tar concedendo la sospensiva, ma ha detto di fare in fretta nell'arrivare alla sentenza di merito. Le motivazioni si leggono appena sopra, dove il Consiglio di Stato dice «che gli aspetti lamentati dalla parte appellante non integrano elementi sufficienti a profilare l’esistenza del presupposto di un pericolo attuale di pregiudizio grave ed irreparabile; che la natura della materia del contendere ed il grado di complessità delle doglianze svolte dai ricorrenti fanno sì che la controversia si presti a valutazione ben più appropriata in sede di merito; che si presenta adeguata ai fini della tutela degli interessi perseguiti dall’appellante la misura di una sollecita fissazione della causa nel merito da parte del Giudice di primo grado». Quindi nessun danno irreparabile immediato, ma problematiche tali da richiedere una urgente decisione nel merito. Il Consiglio di Stato era stato investito della questione dopo che il Tar aveva rigettato la richiesta di sospensiva.
Neppure da Roma è arrivata la sospensiva, ma dopo l'ordinanza di secondo grado si attendono tempi celeri per dirimere la complessa questione che vede amministrazione comunale e commercianti del centro storico e privati cittadini. «Si va avanti con decisione nella sperimentazione della pedonalizzazione. L'ordinanza significa che il Consiglio di Stato, come già il Tar, non ha ravvisato elementi di gravità o di danno, né elementi di irregolarità procedurale. Il Consiglio di Stato lascia al Tar il compito che già gli è proprio, quello di dirimere le controversie in tempi che siano ragionevoli, vista l’importanza del tema» afferma il sindaco Marzio Favero «Come amministrazione abbiamo affrontato anche questa seconda prova con la serenità di chi sa di aver agito nel rispetto delle regole e per il bene comune, e avendo come faro l’interesse pubblico. Sia chiaro, in tutti questi mesi è stato evidente il rispetto che la mia amministrazione ha avuto per i commercianti e gli esercenti che hanno deciso di ricorrere, e sono circa una trentina di realtà sulle oltre 200 del centro. E questo perché è giusto rispettare le opinioni diverse e anche tener conto del fatto che il crollo dei consumi certificato da Ascom provinciale nell’intera marca trevigiana dall’ottobre dell’anno scorso è purtroppo coinciso con l’inizio della sperimentazione e, quindi, poteva essere semplice stabilire una correlazione tra le due cose. Ancorchè poi i fatti abbiano dimostrato che non è così. Questione molto diversa è invece quella che attiene coloro che hanno cercato di strumentalizzare politicamente quanto è avvenuto. A questi posso solo dire che il vero giudizio che conta quando si fanno scelte di civiltà come quella della pedonalizzazione di un centro storico è quello della realtà».
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