Provini hard alle badanti: 2 anni

CASTELFRANCO. È stato condannato a due anni in abbreviato dal giudice Domenica Gambardella, senza la sospensione condizionale della pena visti i suoi precedenti. Ieri in udienza preliminare Sergio Parussati, 49 anni di Castelfranco ha chiuso i conti con la giustizia: era accusato di violenza sessuale. Con la scusa di assumere una badante, ha fatto una dimostrazione pratica a due giovani africane. I fatti contestati risalgono al 20 agosto scorso. L’uomo quel giorno era stato visto aggirarsi per le strade di Loreggia. Chiedeva se qualche donna fosse disposta a fare la badante e addetta alle pulizie, assicurava che l’avrebbe assunta e pagata profumatamente. Cerca e cerca, alla fine qualcuno in paese ha indicato a Parussati la casa di una famiglia del Togo dove, dicevano, probabilmente avrebbe trovato la persona disposta a fare la badante. All’ora di cena, Parussati entra nella casa, dove vivono marito, moglie, figlia ventunenne e fratello, l’unico a parlare italiano. Il capofamiglia non c’è, in compenso c’è un’amica ventenne della ragazza, di Vedelago. Parussati spiega che offre lavoro, soldi. Le due ragazze sono interessate, non è facile, soprattutto per gli stranieri, trovare un posto. Ma Parussati dice di voler prima verificare l’attitudine per l’attività. Così convince entrambe a fare una “prova” e con le due ragazze raggiunge una camera. Tocca prima alla ventunenne, che Parussati fa sdraiare sul letto e, per dimostrarle come si fa un massaggio, la palpeggia fino all’inguine. Ma non è ancora soddisfatto e pretende di vedere come se la cava la giovane all’atto pratico. In un attimo si abbassa i pantaloni e, a gesti, chiede di essere a sua volta toccato nelle parti intime. La ventunenne scappa impaurita. Lui non si scompone e fa entrare l’amica. Parussati le riserva lo stesso trattamento: massaggio fino all’inguine, esibizione dei genitali. Ma anche lei fugge. Nel frattempo rientra il capofamiglia. Parussati cerca di cavarsela a buon mercato: «Se non chiamate i carabinieri, vi consegno del denaro». Ma il papà chiama il 112. Sul posto arrivano i carabinieri, che arrestano il molestatore. Ieri il giudice Gambardella ha anche deciso di condannarlo a risarcire 10 mila euro ad ognuna delle due ragazze. Gli arresti domiciliari sono stati tramutati in obbligo di dimora.
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