Prosecco, servono potatori col “bollino blu”

Al Cerletti le scuole di mezza Europa per il “progetto Vitea”: seminari, corsi ed esami

COEGLIANO. Servono potatori “Doc” per i vigneti di Prosecco: nuove figure professionali per un’attività la cui importanza, oggi, è ancora sottovalutata. Niente, tra le colline Doc e Docg, può essere lasciato al caso, nemmeno la potatura dei tralci che tradizionalmente si opera in questa stagione, e per questo la Scuola Enologica Cerletti di Conegliano ieri pomeriggio ha presentato agli addetti ai lavori il seminario in corso in questi giorni nei suoi vigneti didattici. A Conegliano sono arrivati i rappresentanti delle scuole di sette Paesi europei (Italia, Francia, Ungheria, Austria, Spagna, Portogallo e Slovenia), e quelli di due aziende specializzate nella fornitura di servizi per la viticoltura di Bordeaux e Siena, per presentare il progetto “Vitea”, che consiste appunto nel creare una nuova figura professionale, quella del potatore certificato ai livelli 3 (potatore base) e 4 (potatore esperto) del Quadro Europeo delle Qualifiche. Gli studenti del Cerletti hanno beneficiato per primi del seminario ottenendo una specifica certificazione, mentre l’avvio di corsi veri e propri in Italia, aperti a tutti i produttori, è subordinato al reperimento dei fondi da parte della Regione. Si tratta comunque di un’esigenza che in vigneto si farà sempre più pressante: «Quella del potatore è una professione che ancora non esiste», spiega il professor Giovanni Mariani, docente del Cerletti, «eppure è il lavoro più importante di tutta la stagione, permette di ottenere risultati ottimi prima ancora della fase vegetativa. L'obiettivo è ottenere una certificazione nazionale ed europea, questo primo workshop è dedicato agli studenti delle scuole partner, con corsi teorici e pratici in vigneto per i ragazzi». Il Cerletti è la prima “scuola di potatura” in Italia, e il prossimo seminario si svolgerà a Krems, in Austria. Il progetto presentato ieri pomeriggio è piaciuto anche alle associazioni di categoria, che saranno chiamate ad approvare la sperimentazione e, in un secondo tempo, gli esami che gli aspiranti potatori dovranno superare per ottenere l’agognata qualifica. La Scuola Enologica di Conegliano aveva già organizzato, in passato, corsi di potatura, anche se slegati dal progetto “Vitea” e dalla certificazione vera e propria: gli addetti ai lavori hanno sempre sottolineato l’importanza di questa operazione, sia in positivo (può preparare al meglio il vigneto per la fioritura in primavera) che in negativo (una potatura sbagliata può avere conseguenze disastrose sulla pianta). Insomma, è solo la prima tappa di un percorso che si prospetta lungo e che evidenzia un lato a volte trascurato della coltivazione dei vigneti e della produzione vitinicola. La qualità, però, ormai viene cercata a 360 gradi.

Andrea De Polo

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