Prosecco, in 5 mila contro i pesticidi. Nardi: «L’attenzione è alta»

Parla Innocente Nardi, presidente del Consorzio Docg. «Da noi non esiste una monocoltura del Prosecco»
Allegranzi Follina Marcia no pesticidi all'abazia
Allegranzi Follina Marcia no pesticidi all'abazia

VALDOBBIADENE. Fa discutere la marcia «Stop pesticidi» che domenica ha attraversato la vallata, portando quasi cinquemila persone sulle strade a chiedere maggiore attenzione all’ambiente.

Sindaci e rappresentanti del mondo prosecco commentano: chi trovando l’aspetto positivo, chi invitando a non attribuire al prosecco il ruolo di capro espiatorio. Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela Prosecco Docg Valdobbiadene Conegliano, fa il democristiano: «Non entro nel merito della marcia: ho il doveroso rispetto verso chi la pensa diversamente e manifesta pacificamente il proprio dissenso. Credo però sia importante segnalare che, l’effetto significativo della protesta, sta nel fatto che la cittadinanza vuole conoscere. E’ questo il grande aspetto fondamentale a cui noi, come Consorzio, abbiamo e stiamo cercando di contribuire garantendo l’informazione, ad esempio con il nostro dossier, in modo che i legittimi dubbi dei cittadini possano essere dissipati grazie a dati ufficiali, oggettivi e concreti. E’ nostro dovere fornire tutti gli strumenti per far percepire che la viticultura è una ricchezza a 360°: economica, sociale ed ambientale Nel nostro territorio non c’è una monocoltura della vite: basta leggere i dati della Regione Veneto che riportano che oltre il 30 per cento della superficie regionale è di tipo boschivo. Chi parla di monocoltura non ha le idee chiare. In merito al biologico non abbiamo nessuna prevenzione, anzi: è il benvenuto. Però chi parla di biologico abbia la piena conoscenza del punto di vista scientifico e non si basi su facili slogan».

Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo, aggiunge: «Manifestazioni come queste sono un ottimo termometro per chi legifera per capire che ci sono delle sensibilità e dei malumori di fondo, derivanti dall'irrorazione della vite, reali. Una protesta che però non deve nascondere altri problemi: non si può addossare esclusivamente all'economia della vite la totalità dei problemi di inquinamento e di salute nel nostro territorio. Ad esempio il problema dalla qualità dell’aria, che fa del Veneto una delle Regioni più inquinate d’Italia: non deve passare in secondo piano. Ci sono tanti cose da sistemare e non deve essere questa una battaglia rivolta contro un unico capro espiatorio».

Angela Colmellere, sindaco Miane e parlamentare: «Noi come istituzioni stiamo già facendo tanto e non c’è il bisogno di manifestazioni come queste: soprattutto nella nostra zona che è un modello per l’Italia intera. Legittimo esprimere il dissenso, ma non qui, in cui si sta facendo di tutto e di più. La mia amministrazione ha negato la conversione in agricola di aree edificabili all’interno del centro storico. Abbiamo le idee molto chiare sul da farsi».

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