Profughi, oggi a Treviso scende in piazza la Lega

TREVISO. E’ il giorno della manifestazione della Lega davanti alla Prefettura, contro i profughi, che il Carroccio definisce «clandestini». Il segretario provinciale Dimitri Coin, con i consiglieri regionali e provinciali, i sindaci e gli amministratori leghisti grideranno «Basta profughi», chiedendo anche di sapere «quanti clandestini ci siano davvero nel nostro territorio».
La fiaccolata parte alle 18,30 da piazza Duomo per giungere sotto il palazzo della Prefettura lungo il Calmaggiore. Nel mirino della Lega c’è la Lega, nel senso del prefetto. Cui il Carroccio ha eretto un muro sin qui solido per l’ospitalità nei comuni amministrati, diffidando i sindaci dal dare («un euro e uno spazio» al prefetto. Oggi sono 42 (su 95) i comuni dove sono accolti profughi, ma è un dato di fatto che la stragrande maggioranza dei migranti è nei comuni del centrosinistra, con l’eccezione di Oderzo (ma lì il centro all’ex Zanusso fu aperto dalla Prefettura prima del voto, che incoronò il Carroccio).
Niente palco, ma tanti striscioni. «Invitiamo tutti i cittadini stanchi di vedere i propri quartieri e i propri comuni invasi da clandestini non ben identificati ad unirsi a noi per manifestare contro questa folle gestione degli immigrati davanti alla Prefettura», dice Coin. E’ una prova di forza. «Da mesi siamo presi in giro sulle reali quote di accoglienza in Veneto e in questa provincia», insiste Coin, «il prefetto tenta di imporre al territorio le proprie decisioni e continua imperterrita a chiedere il sostegno anche dei nostri sindaci. La risposta è una sola: no. Come il no a coop e create ad hoc per fare business sui migranti. Perchè meno di un terzo ha i requisiti per ottenere lo status di vero profugo. E gli altri? Quanti sono e quanti ne dovremo aspettare ancora? Chi pagherà quando i migranti non avranno la copertura dello Stato?». Il segretario cittadino Massimo Candura rincara la dose, «i dati forniti sin qui sono parziali, i clandestini nella caserme sono molti di più: solo grazie alle forze dell’ordine non si sono verificati incidenti gravi ma il rischio è dietro l’angolo e la tensione sociale è sotto gli occhi di tutti».
Da Ca’ Sugana, la giunta Manildo deplora la manifestazione: «Serve solo a creare tensione», dice il vicesindaco Roberto Grigoletto, «con questi proclami la Lega non fa altro che esacerbare il clima, provocando una guerra civile tra cittadini. Manifestare è un diritto, ma aldilà delle proteste bisognerebbe anche che finalmente portassero delle proposte. Cosa farebbe la Lega se fossero al governo per affrontare il fenomeno, oltre a dire di no? Certo, ci sono problemi, bisogna accelerare la procedura di riconoscimento dello status. Ma per governare i flussi serve responsabilità, non manifestare per esasperare un clima di tensione».
E sull’accelerazione dei tempi, una svolta per Treviso: lunedì, nell’ex archivio di Stato in via Marchesan 11, si insedia la tanto attesa commissione che potrà valutare le domande, accelerando decisamente i tempi e abbattendo la permanenza dei richiedenti asilo. Si chiama commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, quella trevigiana sarà un sezione della capofila veronese. La compongono un dirigente delle prefettura, con un rappresentante di forze dcll’ordine, del comune capoluogo, e dell’Unchr, l’organismo Onu che segue i profughi. Sbrigherà le domande per le province di Treviso e Belluno.
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