Profughi, nuovo bando da 6 milioni di euro

Nuovo bando per l’accoglienza dei profughi nella Marca, a favore di enti pubblici o privati, associazioni, coop, strutture alberghiere. Lo annuncia la prefettura (il bando è su www.prefettura,it/treviso/, sezione amministrazione trasparente, voce bandi di gara e contratti).
Appalto da 6 milioni di euro, per il secondo semestre 2015, in previsione di 810 profughi stimati. In realtà, a oggi ce sono circa 300 (17 i posti liberi oggi: lasciano presto l’Italia siriani, somali ed etiopi; i centrafricani restano) altri 350 sono previsti in futuro, in più una «riserva» del 20%. I posti sono ripartiti per Usl: 365 all’Usl9 (Treviso, hinterland, Opitergino Mottense), 246 in Destra Piave (Usl 8), 199 fra Coneglianese e Vittoriese. In proporzione sono ripartiti i 5,9652.896 milioni del bando (più Iva): 2,686 milioni all’Usl 9, 1,810 all’Usl 8 , 1,464 all’Usl 7.
L’obiettivo è di individuare un referente per ogni Usl. E la stessa prefettura lamenta come ci sia bisogno di trovare strutture, perché sin qui l’offerta è «insufficiente» rispetto alle esigenze.
Base d’asta di 34,40 euro, la quota giornaliera per profugo versata dallo Stato, Nella valutazione delle offerte, massimo 60 punti per l’aspetto tecnico, e 40 per quello economica. Sono consentiti anche subappalti al massimo per il 30% dell’importo, ma esclusivamente per e pulizie, servizi igienici e mensa. Gli enti che vogliono partecipare, oltre a indicare strutture adeguate, norme igieniche, dovranno garantire l’assistenza e l’accoglienza dei profughi, la loro registrazione giornaliera, l’adeguato livello di pulizie giornaliere, raccolta rifiuti. E poi i 3 pasti giornalieri, le dotazioni per l’igiene personale.
E la quota di 2,50 - «pocket money», nel bando – da consegnare a ogni profugo ogni giorno (massimo 7,50 per nucleo familiare). All’arrivo, i 7,50 euro di ricarica telefonica una tantum.
Lo Stato pagherà l’ente o l’associazione che vincerà l’appalto in base alle presenze effettive registrate ogni giorno.
Infine, il dettaglio dei servizi da erogare ai profughi. Si va dall’assistenza generica a quella sanitaria (compresi i trasporti per le visite), orientamento, altri trasporti chiesti dalla prefettura. Quindi mediazione culturale, assistenza linguistica e culturale, informazioni sulle leggi in vigore in Italia, sui diritti e doveri dello straniero, elementi di educazione civica, assistenza legale (in primis la stesura di domanda di protezione internazionale), sostegno sociopsicologico, i rapporti con la Questura. E va assicurata la possibilità di compiere telefonate intercontinentali.
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