Prof picchiato da un genitore Donazzan: «Via la patria potestà»

Il padre alle Iene: «Lo rifarei». L’assessore regionale a Manildo: «Il figlio va sottratto a quell’uomo» Da Ca’ Sugana risponde Cabino: «Polizia locale al lavoro, ma non se ne parli con leggerezza»

Il caso dell’insegnante delle scuole medie di Paese aggredito dal padre di uno dei suoi alunni è diventato terreno di scontro politico. L’una contro l’altra l’assessore regionale Elena Donazzan e l’assessore comunale di Treviso Anna Caterina Cabino. Con la prima a chiedere a Manildo la revoca della patria potestà e la seconda a gelare «l’invasione di campo». La polemica scatta in mattinata, all’indomani della pubblicazione del video registrato da “le Iene” che, intervistando il padre picchiatore, lo registrano mentre afferma, senza timore: «Lo rifarei, dimostro a mio figlio che io lo proteggo». L’assessore regionale scrive a Manildo: «A quanto mi risulta la famiglia del minore frequentante la scuola di Paese è domiciliata o residente sul territorio di Treviso la cui giurisdizione quindi, rispetto ai servizi sociali e alle eventuali segnalazioni, spetterebbe a lei» scrive la Donazzan, «si evince chiaramente la volontà di aggredire il professore anche al fine di dimostrare al proprio figlio un preciso comportamento di vita. Sono a segnalarle la situazione del minore affinché vi sia una verifica delle condizioni per il mantenimento della patria potestà». E poi la chiosa, politica: «Da assessore all’istruzione del Veneto non posso permettere che tali episodi e tali comportamenti siano sottovalutati e confido nel senso di responsabilità di ciascuna Istituzione». La Donazzan specifica «aldilà degli schieramenti politici», ma pare un pro forma.

La lettera arriva a Treviso e la Cabino parte in quarta: «Donazzan sa bene che le procedure di revoca dalla patria potestà non possono basarsi sul sentito dire o da resoconti giornalistici» scrive, «non appena abbiamo appreso la notizia, abbiamo allertato la nostra polizia locale affinché, tramite la Procura, si informi sulle generalità delle persone coinvolte». Cabino leva gli scudi: «Non sono cose che si possono dire con questa leggerezza, e non sono nemmeno pratiche che si possono avviare così su due piedi». Altro che invito “non politico”, quello della Donazzan a Ca’ Sugana è stato letto come un attacco netto. «La sua lettera sarà senz’altro acclusa agli atti per dare seguito a quanto necessario per trovare una soluzione adeguata a questo gesto da condannare», scrive infine la Cabino, «avvenuto in una scuola della nostra provincia». Come a voler richiamare anche altri, non ultimo il sindaco (leghista) di Paese. In tutto questo dibattito resta ai margini il professor Giuseppe Falsone, vittima dell’aggressione a cui nei giorni scorsi è stato notificato un procedimento. «Atto d’ufficio» ha spiegato la responsabile, «per chiarire l’accaduto».

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