Processioni e visite nei cimiteri un gladiolo rosso per i “grandi”

Ieri i trevigiani hanno visitato i camposanti per salutare  i propri defunti, parenti e amici.  A Paderno ancora tanti fiori  sulla tomba di Gilberto Benetton 
tome agenzia foto film treviso cimetero san lazzaro
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È l’Ognissanti dei trevigiani: una processione costante al cimitero maggiore di San Lazzaro. Ed è la festa di Ognissanti anche per i trevigiani illustri, quelli che hanno regalato il meglio alla città. Uno dei motivi per cui ieri, sulle loro tombe, qualcuna più curata, l’altra che sente il fardello del tempo, è arrivato un gladiolo rosso. Forse semplice prassi istituzionale, di quelle che si rinnova “senza firma”. Ma in ogni caso un segno di stima. Un più o meno rinnovato “grazie” a nome di Treviso, tanto frenetica e rumorosa nel quotidiano, quanto più solenne e silenziosa ieri, a San Lazzaro. In pochi l’avranno notato quel gladiolo. Confidiamo però che Giovanni Comisso, Graziano Appiani, Gino Rossi oltre ad Alfredo Beltrame, Luigi Coletti e Mario Botter l’abbiano visto arrivare, sui rispettivi sacelli. E allo stesso tempo che quel simbolico gladiolo rosso, forse portato via dal vento, ritorni - se non è stata una dimenticanza - anche alle tombe dei Luigi Bailo e Serena. Ieri, in ogni caso, trevigiani d’altri tempi, magari con un passato glorioso, si sono laicamente mischiati con quelli d’oggi. Quelli che portando una pianta ai propri cari hanno provato compassione nel vedere la tomba poco distante invasa dalle erbacce. Quelli che nonostante la pioggia un sentimento di affetto, riconoscenza e compassione hanno voluto esprimerlo. All’esterno dell’ingresso principale, il presidio fisso da parte della vigilanza privata. Poco più in là gli addetti di Contarina. Carabinieri e polizia locale, invece, si alternano con le rispettive pattuglie nel parcheggio. Il cimitero maggiore è osservato speciale: vanno scongiurati furti alle auto o scippi in occasione delle festività legate ai defunti. Ieri pare essere andato tutto liscio. Tra chi non sorride, però, ci sono i fioristi: «Abbiamo lavorato poco, già la gente spende meno di questi tempi, ma la pioggia ci ha dato il colpo di grazia: stiamo sopravvivendo» è il commento di un esercente. «Com’è andata? Insomma, il brutto tempo non aiuta per niente», confida qualche metro più in là il collega di bancarella originario del Bangladesh. Passiamo a Paderno di Ponzano: la tomba è quella di famiglia, in un piccolo cimitero tra la campagna trevigiana e recenti lottizzazioni. È passata solo una settimana dai funerali di Gilberto Benetton. Nel camposanto di Paderno, a qualche chilometro dal quartier generale di villa Minelli, le corone di fiori delle esequie sono lì, a prendere qualche goccia di pioggia. Qualche anziano del posto si ferma, fa un segno di croce. Vincono ancora discrezione e rispetto. —

Alessandro Bozzi Valenti

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