Pro-Gest, inchiesta e sequestri: la Finanza entra all’ex Cartiera Burgo

TREVISO. Indagine e sequestri alla cartiera di Mantova acquistata da Bruno Zago, numero uno della Pro-Gest di Istrana. Villa Lagarina, la cartiera del gruppo Pro-Gest che si occupa della gestione dello stabilimento mantovano (riaperto dopo una lunga chiusura e ancora in attesa di funzionare a pieno regime) è stata denunciata per gestione illecita dei rifiuti. Al momento sono indagati Stefano Lucchi, direttore dello stabilimento, e Bruno Zago, presidente della Pro-Gest.
I rifiuti. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza di Mantova, all’interno dello stabilimento il materiale depositato non sarebbe stato costituito solo da materia prima utilizzata per il ciclo produttivo (balle di carta da macero), ma anche da rifiuti di altro genere. «Soprattutto plastica e materiale elettrico» spiegano gli investigatori, «ma anche un motore e altri componenti di elettrodomestici».
La loro provenienza è da accertare. Un margine di impurità, non superiore all’1,5%, è comunque previsto. Nei primi due campionamenti effettuati dopo l’ispezione ordinata dalla Procura di Mantova, ed effettuata da Gdf, polizia locale, Arpa Lombardia, tale margine raggiungeva il 2 e il 7%. Ora si accerterà la consistenza dei rifiuti non ammessi nel resto del materiale.
I sequestri. Nei giorni scorsi sono scattati i sequestri: 4,6 ettari di terreno adibito a discarica, un depuratore, 4 mila metri cubi di rifiuti, 20 mila tonnellate di ulteriore materiale ritenuto rifiuto.
«La Procura, nel convalidare il sequestro probatorio delle 20 mila tonnellate di carta da macero, ha chiesto al Gip la convalida del sequestro preventivo della restante parte del materiale sequestrato dalla polizia giudiziaria» ha aggiunto ieri la Guardia di Finanza di Mantova, «il Gip, valutati gli atti, ha convalidato il sequestro preventivo del deposito di rifiuti costituiti da circa 4 mila metri cubi di materiale fibroso, e ha disposto il sequestro preventivo delle balle di carta da macero.
Custode giudiziale dei beni sequestrati è stato nominato il direttore dello stabilimento, indagato. È stato invece disposto il dissequestro del depuratore e della discarica, con riferimento ai quali sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi».
La società di Bruno Zago si difende: «La carta da macero non viene raccolta dalle Cartiere, bensì da operatori professionali (privati e municipalizzate). È a loro che spetta il compito di selezionare il materiale secondo le normative per poi imballarlo e pressarlo. Se ci sono materiali “altri” nelle balle di carta, siamo noi i primi a subire il danno, in quanto acquistiamo e paghiamo le presse di carta da macero come materia prima secondaria per lavorarla e darle nuova vita».
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