Primo “sì” gay in un maniero il proprietario è di Castelfranco

Marco Moressa non nasconde l’entusiasmo. Sia un fatto di business oppure un’adesione vera alla battaglia per i diritti (o anche entrambe le cose), fatto sta che si celebrerà al Castello del Catajo di Battaglia Terme (Padova) una delle prime unioni civili padovane

CASTELFRANCO. «Siamo felicissimi, onoratissimi e orgogliosi di ospitare una unione civile. Credo si tratti della prima dimora storica a farlo nel Nordest, e forse anche in Italia». Marco Moressa non nasconde l’entusiasmo. Sia un fatto di business oppure un’adesione vera alla battaglia per i diritti (o anche entrambe le cose), fatto sta che si celebrerà al Castello del Catajo di Battaglia Terme (Padova) una delle prime unioni civili padovane. E il castello è di proprietà di un imprenditore che vive a Castelfranco, Sergio Cervellin. Sandro e Franco, dopo il sì scambiato nel municipio di Battaglia Terme, si trasferiranno con parenti e amici nella storica dimora della famiglia degli Obizzi. Qui si terrà il ricevimento e i festeggiamenti proseguiranno fino a notte. «Come sapete, il Catajo è in una fase di rinascita e questo evento è, a maggior ragione, simbolico anche per noi – prosegue Moressa – Questo castello nella storia dell’arte è un posto che ha sempre fatto avanguardia, a partire dagli affreschi di Giovanni Battista Zelotti nel piano nobile. E noi vogliamo proseguire in questa linea di avanguardia, anche se oggi l’amore omosessuale si può dire che è normalità».

Dunque il ricevimento sarà sia negli spazi interni che nelle belle sale del castello, recentemente acquistato da Sergio Cervellin, imprenditore castellano creatore del “panno Vileda”. Per i dettagli dell’evento sono ancora in corso le trattative tra i due sposi e i gestori. Con l’arrivo delle unioni civili tutti coloro che operano nel settore dei matrimoni ha la possibilità di vedere aumentare il loro mercato di riferimento. A partire proprio da strutture per eventi e ristoranti dove organizzare le feste: «La nostra è una dimora storica che si affitta per i matrimoni, non credo che porteremo via lavoro ai ristoranti - risponde Marco Moressa - Ma al di là dell’aspetto commerciale, che è ovviamente importante, per noi è eticamente fondamentale essere i primi a ospitare una unione civile. Siamo proprio felici».

Sul versante dei ristoratori le associazioni di categoria sono pronte a seguire l’evoluzione del mercato: «È ancora troppo presto per azzardare previsioni - sottolinea Filippo Segato, segretario dell’Appe Padova, l’associazione che riunisce i pubblici esercizi - Di certo terremo monitorata la situazione e se dovessimo riscontrare criticità siamo pronti a intervenire. Il pericolo potrebbe essere quello di una concorrenza impari tra i ristoranti della provincia e quelli della città che sarebbero penalizzati. Ma dobbiamo aspettare ancora qualche mese per capire cosa accadrà».

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