Prima il tumore e poi il Covid, Antonio Macera muore a 60 anni

Informatico di professione, era membro attivo di Legambiente, fondatore del gruppo di acquisto solidale di Spresiano, dava una mano per la mostra dei presepi, ogni Natale lo trascorreva con la Sant’Egidio per dare un sorriso a chi aveva meno

SPRESIANO. Speciale, generoso, sognatore. Con chiunque si parli, Antonio Macera viene descritto così. Sessant’anni all’anagrafe, molti di meno nello spirito e nel corpo per chi l’aveva visto anche solo una volta. Eppure il tragico connubio tra un tumore e il Covid, lo ha stroncato.

Solo tre mesi fa gli era stata diagnosticata la malattia, scoperta dopo alcuni esami per un insistente dolore alla schiena. E in poco tempo le sue condizioni sono peggiorate. Era stato ricoverato in ospedale poi alla Casa dei Gelsi. Il Covid che lo ha colpito in tre giorni gli è risultato fatale. Antonio lascia Alessandra, le figlie Valentina e Martina, oltre al fratello Luigi. Ma lascia anche un’intera comunità che aveva imparato a stimarlo e a volergli bene per tutto l’impegno che metteva nelle associazioni e nella vita di comunità.

Informatico di professione, era membro attivo di Legambiente, fondatore del gruppo di acquisto solidale di Spresiano, dava una mano per la mostra dei presepi, ogni Natale lo trascorreva con la Sant’Egidio per dare un sorriso a chi aveva meno.

E molto spesso aiutava, in modo riservato, chi era in difficoltà. Era una delle anime di Ritmi e Danze nel mondo, durante il festival si occupava della gestione dei rifiuti, perché questo si legava anche al sua amore per l’ambiente, e alle scelte etiche con cui viveva quotidianamente. Anche i viaggi erano all’insegna della natura. Proprio con Ritmi e Danze nel mondo era stato in Africa, lasciando da parte i resort, e vivendo a contatto con le tribù nei loro villaggi.

«Con Antonio avevamo in progetto di invecchiare insieme in un piccolo gruppo per sostenerci; cercavamo un luogo bello, ma comodo ai servizi, sentiva molto questo progetto e voleva concretizzarlo al più presto», è il ricordo di Luca Tortora, uno dei suoi più grandi amici. «Era desideroso di comunità, dispensava risate, chiedeva e donava abbracci. Era riservato, ma sapeva essere presenta. C’era soprattutto per i più fragili e per la Terra che lo ospitava. Si batteva per un mondo migliore».

«Siamo tutti colmi di tristezza», dice Fausto Pozzobon di Legambiente, «negli ultimi mesi era con noi per realizzare il percorso storico naturalistici tra Spresiano a Maserada. Era un uomo d’azione e con una grande passione. Mi manca già». I funerali si terranno sabato alle 10.30 nella chiesa di Spresiano.

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