Precipita in un dirupo davanti alla figlia

L’imprenditore Antonio Rasera, 53 anni, di Moriago, vittima di una caduta improvvisa sul Cimon della Pala in Trentino
Allegranzi Moriago della Battaglia Antonio Rasera
Allegranzi Moriago della Battaglia Antonio Rasera

MORIAGO. Tragedia ieri sul Cimon della Pala nelle Dolomiti di Primiero, in Trentino. È morto dopo essere precipitato in un dirupo Antonio Rasera, 53 anni, residente a Moriago della Battaglia in via Monte Grappa, imprenditore nel settore della carpenteria metallica, sposato e con tre figli.

La tragedia è avvenuta vicino al Bivacco Fiamme Gialle, dopo che Antonio Rasera, assieme alla figlia Katia, aveva percorso la ferrata Bolver-Lugli. Padre e figlia erano attrezzati di tutto per percorrere la ferrata e l'avevano portata a termine raggiungendo il Bivacco Fiamme Gialle. Sulla zona c'era una fitta nebbia e l'alpinista si era allontanato un po' dalla figlia per guardare la via di ritorno. È stato a quel punto che è avvenuta la tragedia. L'uomo, probabilmente ingannato dalla nebbia, si è sporto un po' troppo ed è precipitato nel dirupo sottostante. È rotolato per una ottantina di metri sul ghiacciaio sbattendo contro i massi affioranti. Dal vicino bivacco altri alpinisti hanno sentito le grida e hanno dato l'allarme alla centrale operativa del 118. Era all'incirca mezzogiorno.

L'area operativa Primiero Vanoi del Soccorso alpino, di concerto con la centrale operativa di Trentino emergenza, ha inviato sul luogo della tragedia un elicottero con a bordo il personale medico e il tecnico di elisoccorso del Soccorso alpino trentino. Con due rotazioni, l'elicottero ha portato in quota due squadre di tecnici del Soccorso alpino della stazione di San Martino di Castrozza, facendole atterrare, però, a causa della nebbia, in cima al ghiacciaio del Travignolo. I soccorritori sono scesi lungo i tratti innevati e hanno raggiunto il luogo dell'incidente. Una squadra si è occupata della figlia dello sfortunato alpinista, l'altra ha recuperato il corpo dell'uomo. Approfittando di uno squarcio tra la nebbia, l'elicottero ha quindi prima portato a valle la figlia e poi la salma, poi composta presso la camera mortuaria di San Martino di Castrozza. Doveva essere una delle varie escursioni che padre e figlia, appassionati di montagna, effettuavano e invece si è conclusa in tragedia. Una ferrata di notevole sviluppo con numerosi passaggi esposti e difficili, anche se non estremamente impegnativi dal punto di vista tecnico. Una via ferrata che per la lunghezza e il dislivello di 700 metri è consigliabile a persone dotate di esperienza.

Ma Antonio Rasera e la figlia Katia erano molto allenati e attrezzati di tutto punto e infatti avevano portato a termine la salita senza difficoltà. È stato al momento di scegliere la via di ritorno che è avvenuta la tragedia, probabilmente i due volevano scendere per a via più breve, quella della discesa della Val Cantoni, sentiero a tratti non ottimamente tracciato. Ed è stato quando è andato a controllare la via per la discesa che l'alpinista è precipitato. Antonio Rasera abitava a Moriago della Battaglia, in via Monte Grappa, dove aveva anche la sua attività imprenditoriale: l'azienda di carpenteria metallica Rasera Antonio & C Sas. Era uno sportivo: aveva praticato il ciclismo con buoni risultati, atletica, tennis. Apparteneva a una famiglia storica di Moriago.

«Certo, una famiglia storica del paese» dice il sindaco Giuseppe Tonello, «l'azienda era stata avviata dal padre e poi lui l'aveva portata avanti. Non faceva tanta vita sociale, pensava soprattutto al suo lavoro, ma se c'era da dare una mano era sempre disponibile. Sapevo che praticava il ciclismo, l'atletica, il tennis. È una tragedia per tutto il paese».

Enzo Favero

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso