Pozzobon: «Non c'entro con l'omicidio»
Sacchetti e nastro adesivo trovati nel garage del complice: lì sarebbe stato ucciso Valerio Bari

A sinistra la vittima Valerio Bari sotto Giorgio Gaggio accanto Paolo Pozzobon
MOGLIANO. Sacchetti in nylon, tovaglioli in carta e nastro adesivo compatibili con quelli usati dagli assassini per tappare la bocca, legare le mani e nascondere la testa a Valerio Bari. Sono stati trovati nel garage di Giorgio Gaggio, uno degli arrestati per l'omicidio del pensionati, in via Rielta a Mestre durante l'arresto. Paolo Pozzobon è stato l'unico a parlare cercando di difendersi: «Io non c'entro con l'omicidio». Verifiche in corso sulla sua auto. I sacchetti, il nastro adesivo e i tovaglioli sono elementi che per gli inquirenti confermano che Valerio Bari è stato ucciso nel garage di Gaggio. Lì, secondo la ricostruzione, Bari è stato attirato con l'inganno proprio da Gaggio ed è probabile che lì ci fosse ad attenderlo Paolo Pozzobon, il complice di Mogliano finito pure lui in galera.
Tra l'altro, in tanti, hanno sentito dire a Gaggio in bar rivolgendosi al pensionato ridento: «El me conto xe in rosso, prima o poi te còpo per torte i ori». Quella mattina del 30 giugno, già prima delle 10, Gaggio era appostato nei pressi della casa della vittima. Qui ha atteso Bari e lo ha seguito fino all'incrocio con via Rielta dove il pensionato è stato visto per l'ultima volta dal titolare della rosticceria.
L'arrestato avrebbe compiuto un sopralluogo anche il giorno prima: un testimone lo ha visto passeggiare lungo via Ca'Rossa nei pressi dell'abitazione di Bari e alla stessa ora. Se con l'inganno il pensionato è stato portato nel garage non è ancora chiara la dinamica dell'aggressione. Di sicuro sono state trovate tracce di dna di Gaggio sulla camicia di Bari e sul nastro adesivo con il quale sono state legate le mani del morto. Quindi è sicuro che l'imbianchino ha aggredito il pensionato. Non definito per il momento il ruolo di Pozzobon nell'aggressione. Stando però al medico legale Antonello Cirnelli che ha eseguito l'autopsia, sono almeno due le persone che hanno aggredito e immobilizzato Bari. Quindi Pozzobon era presente in quel garage. Di sicuro i due sono stati visti assieme nell'auto di Pozzobon nell'orario di scomparsa di Bari e alle 11.28, il telefonino di Gaggio viene agganciato dalla cellula di via Ca'Solaro. Qui alle 11.50 viene trovato il cadavere di Bari. Gli investigatori e il pm Stefano Buccini sono certi che l'omicidio è arrivato al termine di una rapina compiuta per prendere i monili in oro che Bari indossava. Monili da rivendere per pagare i debiti dei due: Gaggio doveva ad una finanziaria ben 35 mila euro. È stato Pozzobon che lo stesso giorno si è recato in un negozio di compravendita di oro usato, per piazzare una catenina strappata a Bari, mentre un altro oggetto lo ha dato ad un ricettatore e altri oggetti a un secondo negozio.
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