Postioma, Centro Marca chiude lo sportello

Tremila residenti restano senza banca. Il prof Sartori: «Per prelevare serviranno 6 euro di benzina»

PAESE. Chiude lo sportello di Centro Marca a Postioma, tremila residenti rimangono senza banca. La notizia è arrivata - o sta arrivando - ai diretti interessati, circa seicento correntisti nella frazione, attraverso una lettera ordinaria. La promessa è che rimarrà almeno il bancomat, cosa che allevierà i disagi, ma c'è chi vede la cosa come un "tradimento" inspiegabile. Come il professor Lino Sartori, già docente all'Università Cattolica, da sempre residente qui, che si fa portavoce delle proteste. La serranda calerà definitivamente il 25 giugno e i correntisti dovranno rivolgersi presso le altre filiali: «Si trovano lontane 7-9 km da Postioma - spiega Sartori - il problema è che non ci sono mezzi pubblici per raggiungerli. Così per andarci bisogna per forza usare l'auto: tanto per dire, sulla base delle tabelle Aci, vuol dire 6 euro a viaggio».

Un ticket decisamente sgradevole, soprattutto per una decisione inspiegabile: «Lo sportello di Centro Marca è aperto il primo gennaio, a seguito dell'acquisizione della Banca di credito cooperativo di Ospedaletto, che era presente da oltre vent'anni in via Postumia Romana. Oltre a questo c'era fino a tre mesi fa uno sportello di Veneto Banca, chiuso anche questo, stesso destino anni fa per quello di Unicredit». Visto il vuoto che si era creato, Centro Marca aveva tutto l'interesse a rimanere sul territorio. Invece ha prevalso una logica miope che porterà ad un salasso di correntisti anziché aumentarli». Sartori quando ha ricevuto la lettera in cui si comunicava la chiusura, non se ne è rimasto con le mani in mano, ma ha fatto quanto era in suo potere - anche a nome dei suoi concittadini- per evitare la chiusura. «Mi sono incontrato con uno dei direttori commerciali che mi ha assicurato il suo intesteressamento presso le sede centrale. Ora purtroppo è arrivata la conferma: si chiude. D'ora in poi per fare un'operazione in banca o si va in auto o in bici: e questo vuol dire attraversare la Feltrina, che non è proprio il massimo circa la sicurezza».

Il docente parla anche di "tradimento" degli ideali di una banca di credito cooperativo da parte di Centro Marca: «Sono banche nate ancorate al territorio e al servizio dello stesso. Io, come altre persone, l'avevamo scelta anche per lo spirito etico che rappresentava, per quel valore aggiunto di responsabilità sociale che oggi pare finito sotto i piedi per un calcolo meramente ragionieristico».

Davide Nordio

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso