Portobuffolè. Friul Intagli a caccia di 50 tecnici: non trova giovani

PORTOBUFFOLÉ. Friul Intagli cerca 50 tecnici neodiplomati per il suo nuovo stabilimento di Portobuffolè: un presidio tecnologicamente avanzato, che ha bisogno di figure ad alta specializzazione non facili da reperire sul mercato, problema comune a molte imprese della Marca.
È passato un mese ormai da quando l’azienda, che ha sede a Prata di Pordenone, ha pubblicato i primi annunci per coprire le posizioni di cui ha più bisogno: personale qualificato in grado di gestire una fabbrica realizzata secondo le indicazioni del piano Industria 4.0, che punta a potenziare al massimo il processo di digitalizzazione della produzione. L’azienda si prenderà in carico la creazione di percorsi appositi di addestramento e formazione per i neoassunti, che col tempo dovranno essere in grado di gestire macchinari a controllo numerico di ultima generazione.
Nonostante questo, non è sempre facile trovare figure preparate e a proprio agio con le nuove tecnologie. Se a ciò si aggiunge la necessità di lavorare su turnazione, ecco che l’appeal di una proposta di lavoro scende rapidamente. Mauro Manassero, direttore del personale della Friul Intagli, spiega quali accorgimenti ha utilizzato la sua impresa per rendere più appetibile l’offerta, coinvolgendo anche i giovani più “choosy”: «Abbiamo sentito anche noi di aziende che hanno avuto non pochi problemi a trovare i lavoratori che le servivano, ma noi adottiamo un sistema diverso».
Prima di tutto, allargare il raggio dell’offerta. Friul Intagli non si limita a rivolgersi a un paio di territori, il Trevigiano e il Pordenonese, in cui sono davvero tante le aziende alla disperata ricerca di neodiplomati tecnici: «Siamo aperti a qualunque territorio, senza alcuna distinzione», spiega Manassero, «e andiamo con una certa frequenza nelle scuole per spiegare cosa facciamo e cosa vogliamo fare nel futuro». E nel futuro di Friul Intagli un posto di assoluto riguardo è sicuramente occupato dall’automazione dei processi industriali.
I circa cinquanta neodiplomati tecnici serviranno non solo a occupare dei posti che al momento sono scoperti, ma anche a occupare quelle posizioni che si creeranno durante il processo di digitalizzazione su cui è imperniato il nuovo stabilimento in zona industriale a Portobuffolè.
Queste nuove assunzioni andranno ad aumentare ulteriormente anche il patrimonio di impiegati della Friul Intagli, terzista di Ikea che al termine del 2016 dava occupazione a 1.500 persone. Secondo uno studio Mediobanca, la ditta di Prata è la seconda produttrice italiana di componenti per mobili.
A livello provinciale, la difficoltà a coprire i posti di lavoro creati dalla “ripresina” è un tema dibattuto da tempo, più volte sollevato da Unindustria. Imprese e persone in cerca di lavoro continuano a viaggiare su due binari paralleli, con le prime che chiedono competenze tecniche elevate (visti i processi di digitalizzazione in corso) e le seconde che spesso non hanno una preparazione adeguata.
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