«Portato via dai luoghi che amava»

Gloria, Alberto e Francesco Gellera: Gianni rispettava quelle vette immacolate

CONEGLIANO

«Gianni, marito e papà insostituibile, rimarrà per noi sinonimo di integrità, bontà, semplicità e passione. E’ un destino amaro che la montagna ce lo abbia portato via, perché Gianni amava profondamente quei luoghi, amava e rispettava la natura e gli animali, i grandi spazi, le vette immacolate, i silenzi che comunicano verità antiche a chi ha l’umiltà di ascoltare. Il grande affetto dimostratoci in questi giorni dalle persone che lo hanno conosciuto ci ha veramente commosso. E’ il segno di una vita buona, sorretta da una energia vitale e un calore umano che noi vogliamo ricordare e onorare. Il suo dolce sorriso ci accompagnerà sempre». E’ questo il commovente ricordo che la moglie Gloria e i figli Alberto e Francesco fanno di Giovanni Gellera. Parole che rompono un silenzio pieno di dolore, cariche di affetto per un uomo la cui vita si è spezzata troppo presto, in quella che doveva essere una giornata sulla neve come tante altre, seguendo quella che era una passione autentica. Giovanni era un esperto, le montagne e le Dolomiti le conosceva bene. «Un amaro destino» lo ha strappato all’affetto della sua famiglia, della sorella Francesca, del fratello Claudio, dei genitori Mario e Marisa. Domani, alle 18, amici e conoscenti si stringeranno a loro nella chiesa di Madonna delle Grazie per ricordare quell’uomo che tutti ricordano come un lavoratore instancabile (era titolare dell’agriturismo Al Vecchio Convento e dell’azienda agricola Malvolti di San Fior), un uomo generoso, con un grande senso di responsabilità. (r.z.)

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